Cacao: il cane che viaggia da solo sul bus!… (ti spiego come ha imparato)

Ecco un tipico caso che ci riporta alla realtà: i cani non hanno bisogno dell’addestratore per imparare a muoversi educatamente.

In questo articolo intendo spiegare cosa avvenga nella mente e nel campo sociale di un cane come Cacao.

Cacao è un cane si muove nella città di Milano usando – da solo – i mezzi pubblici. Non c’è collare, non c’è guinzaglio. La sua proprietaria gli ha insegnato a muoversi perfettamente, attraversando sulle strisce pedonali e aspettando il verde del semaforo pedonale. Poi lui si è ulteriormente evoluto ed ha cominciato a prendere da solo l’autobus, senza che neanche la proprietaria ne fosse a conoscenza.

La corretta relazione col cane e il falso mito del capobranco

Ma come è successo? Come è possibile che una cane impari a fare tutto questo? E il capobranco che fine ha fatto? Sì, quella figura che si deve imporre per sottomettere il cane al proprio volere… Di regola un cane così indipendente, secondo la vecchia scuola dei metodi coercitivi e del capobranco, esprime la sua dominanza allontanandosi senza permesso ed manifestando una così alta indipendenza.

La storia di Cacao fa più pensare ad un legame paritetico, esattamente come quello che oggi l’etologia cognitiva e scienziati come Temple Grandin, asseriscono essere il più vicino ai bisogni del cane.

La più stupida affermazione in tal senso è che i cani devono essere trattati con la legge del branco, come farebbero i lupi tra loro. Ma questa affermazione non tiene conto del fatto che il cane non solo non è un lupo, ma ha subito una pressione selettiva così forte che lo ha allontanato così tanto dal suo progenitore da modificarne le motivazioni, i bisogni e le capacità cognitive.

“I cani hanno bisogno di un genitore, non di un capobranco”.

Temple Grandin

L’affermazione della Grandin non significa che dobbiamo trattare il cane come fosse un bambino. Il cane ha infatti necessità diverse. Quello che invece significa è che i cani non hanno bisogno delle pratiche di dominanza e sottomissione.

In ThinkDog parliamo di accreditamento. Ovvero il fatto che il cane ci veda come una guida, si fidi, ci ascolti, ci accrediti appunto. Ed è una sua scelta, non una nostra imposizione. Come fare? Rispettando ciò che per lui è importante, a mio avviso (e quello che ho testato su centinaia di cani):

  • certezza sulle aspettative: ci vuole coerenza e non possiamo un giorno reagire pacificamente e un giorno sbottare facendo cose assurde
  • stop alle punizioni senza senso: per esempio rovesciare il cane sulla schiena (assurdo per il cane stesso, i cani non lo fanno) o mettere il muso del cane nella pipì
  • comunicazione empatica: siamo col cane, la comunicazione è per lo più non verbale e tendiamo a provare le stesse cose
  • soddisfare le sue necessità: poter entrare liberamente in casa, uscire, socializzare, giocare, fare movimento ogni giorno, sviluppare attitudini e capacità
  • mettere in mostra le nostre abilità: per esempio attraverso il gioco, noi siamo più veloci, più bravi, conduciamo i giochi

In ThinkDog parliamo anche di “legame d’attaccamento sicuro”. Sulla base dei principi su esposti e di alcuni semplici ma potenti accorgimenti, il proprietario diventa Una Base Sicura, ovvero un punto fermo, un sostegno, una base su cui poter sempre contare e fare riferimento, che permette all’intelligenza del cane di svilupparsi magnificamente, esponendolo nel giusto stato mentale alle esperienze che si fanno nella vita di ogni giorno, perché queste diventino fonte costante di apprendimento sulle norme sociali e sul modo di risolvere i problemi. Questo crea le basi per una mente molto fertile e pronta a fare “balzi” (intuizioni) in termini di apprendimento.

L’apprendimento: come Cacao ha imparato a prendere l’autobus

Sulla base di una relazione ben impostata i cani sono in grado di compiere dei veri prodigi comportamentali. Si tratta dei Cani 2.o, uno dei significati che ha il video corso per educare il cane realizzato in collaborazione col Corriere della Sera. Ma per cose un po’ più semplici pasta conoscere come funziona l’apprendimento associativo.

  1. sono insieme al cane e quando raggiungiamo il bordo del marciapiede mi fermo e dico al cane di fermarsi: associo il bordo del marciapiede e il rosso del semaforo all’azione di fermarsi
  2. se il cane prova a muoversi per attraversare emetto un suono breve, secco, ma non arrabbiato, tipo “ah-ah” e batto le mani: questo blocca l’azione del cane (attenzione questo potrebbe non funzionare se la relazionone non è stata impostata bene, coem descritto sopra)
  3. appena il semaforo pedonale diventa verde, dico al cane di attraversare e comincio a muovermi: associo il verde al poter attraversare
  4. dopo un certi numero di ripetizioni coerenti, il cane non ha più bisogno della mia voce e riconosce da sè quando poter attraversare, ulteriormente rinforzato dal comportamento degli altri pedoni

Secondo la psicologia comportamentista (comportamentismo, behaviourismo) si tratta di “condizionamento operante“:

Uno stimolo (il verde del semaforo) viene associato ad un comportamento (attraversare la strada) a cui segue un rinforzo (poter essere dall’altra parte ad annusare, rimanere col proprietario, lodi verbali o altro).

In verità grazie all’etologia cognitiva sappiamo che non si tratta di un semplice condizionamento, ma che le azioni del cane sono il frutto di rappresentazioni interne e scelte. In sostanza il cane associa con cognizione il verde del semaforo al fatto di poter attraversare. Vi è sempre una rappresentazione interna a guidare il comportamento dei nostri cani.

Ma passiamo al prodigio: prendere l’autobus da solo.

Il super-apprendimento:

Secondo i giornalisti la proprietaria non sapeva che Cacao prendesse l’autobus da solo. Sono stati dei conoscenti a dirglielo, finché lei non lo ha seguito e non lo ha visto con i suoi occhi. Nicoletta, la proprietaria appunto, faceva lo stesso tragitto di Cacao ogni sabato per andare al mercato e anche qua Cacao ha saputo memorizzare il percorso e sfruttare la sua intelligenza per capire quale fosse l’autobus giusto e la giusta fermata. E’ difficile pensare qui a un mero apprendimento associativo, poiché gli elementi in gioco sono davvero tanti. A mio avviso ci sono intuizioni e capacità di problem solving ben manifeste in questa faccenda.

E’ giusto lasciare libero il cane in città?

Nicoletta lavora in un bar ed è così che Cacao prende e gironzola da solo in città. Va rimproverata? Per certi versi decisamente sì! Anche se Cacao in questo modo soddisfa i suoi bisogni i pericoli a cui è esposto potrebbero decretarne una brutta fine. Non parlo tanto del pericolo di essere investito, quanto di quello di incontrare persone stupide dall’animo sadico (spesso i ragazzini torturano gli animali per divertimento) o di quei farabutti che rapiscono i cani per farli poi combattare (si tratta di combattimenti da allenamento – sparring – con cani ben più forti e impiegati successivamente nei combattimenti “ufficiali”, quelli in cui si scommette per intenderci) o per farne chissà cosa.

Vuoi leggere la storia di Cacao pubblicata sul sito del Corriere della Sera?

Cacao non è l’unico a riuscirci. Mi è giunta voce di cani che prendono da soli la metropolitana (non ricordo di quale città si trattasse). Ma se vuoi goderti la storia di Cacao vai all’articolo pubblicato sul Corriere.it!

[box type=”info”] Quello che ho scritto su Cacao, l’ho fatto ipotizzando il modo in cui lui abbia vissuto quelle esperienze. Non conoscendolo personalmente (o almeno non ancora) non posso essere assolutamente certo che le cose siano andate così, ma possiamo sfruttare l’occasione per capire come davvero i cani possano imparare tutto questo e il modo in cui funziona la loro mente così complessa e affascinante.[/box]

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10 commenti su “Cacao: il cane che viaggia da solo sul bus!… (ti spiego come ha imparato)”

  1. Credo che la città cui fai riferimento a fondo post sia Mosca.
    Dei randagi di Mosca se ne parla da qualche anno, anche se la stampa italiana tratta la notizia ogni volta come fresca di giornata.
    Di seguito un paio di link come spunto:
    http://tinyurl.com/6768jnc anno 2009

    http://tinyurl.com/6yoarmn anno 2011

    Le scempiaggini dell’AD 2006 te le evito

    Un’altra città piuttosto in difficoltà sul lato randagi è Istanbul
    http://tinyurl.com/68pnu2j ma di questa, al contrario della Romania, pare non esservi traccia nell’informazione nostrana.

    Bye bye

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  2. ho cio che mi hai inviato è molto interessante anche nella mia città d’origine hanni fa c’era un cane che viveva libero per strada era accudito un pò datutti i cittadini e spesso capitava che facessimo lo stesso percorso in pulman oppure lo trovavo su linee lontano dal centro in pratica girava tutta la città in autobus comprese le zone più vicine al mare anzi a volte ho sentito urlare all’autista “apetti che deve salire iil cane”
    grazie per avermi scritto ciao

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  3. Credo ke x il mio cane nn c sia speranza dato ke ha 6 anni nn so qnt possa apprendere….se lo avessi saputo educare prima magari sarebbe + intelligente d me!!!ma ora credo sia troppo tardi x insegnargli qlcs….
    Anke nel mio paese c’era un cane ke girava sempre…attraversava qnd c’era verde,s guardava in giro km un turista,ma da un po d anni so ke la padrona è morta e nn so ke fine abbia fatto il suo cane…
    grazie ciao ciao

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  4. sono perfettamente d accordo con la teoria di temple grandin. non c è bisogno di sottomissione per vivere in armmonia con un cane.l ho esperimentato. un cane ha un cervello. è un essere dotato di sistema nervoso centrale e periferico, il che gli consente ad esempio di riflettere, fare scelte, osservare. percepire e decidere. diventa estremamente divertente ed istruttivo osservarlo e cercare di comprenderlo.
    il mio argo è morto, ma mi sono scritto vicino al letto: come argo, vivere dando gioia.
    per me , è anche un maestro di vita e di morte.
    si è ammalato e passava le giornate dal veterinario.
    ha scelto di morire di notte, nelle mie braccia.
    e basta ripensare a momenti passati insieme perché mi torni il sorriso!
    avrei mille episodi da raccontare. forse un giorno mi ci metto!!! :-)))
    ora ricordo anche un altro cane. un maremmanno di ostia antica che aspetta i turisti alla fermata della metro e li accompagna all entrata degli acavi.

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  5. Io non ho esperienza diretta di cani così in gamba, so solo che nella mia città ci sono molti cani( che non sono randagi) ma vengono lasciati liberi di gironzolare perchè fa più comodo ai padroni( questo evita loro il doverli portare fuori per i bisogni e dover raccogliere gli escrementi, e doversi occupare realmente di loro!). E’ difficile poter camminare senza pestare regalini e senza imbattersi in cani di grossa taglia che ti saltano addosso… o anche piccoli! Però devo dire che è vero che non è mai troppo tardi per imparare: la mia “cucciola” che ora ha quasi 3 anni con il metodo gentile e il guinzaglio lasco ha imparato a non tirare, le ho insegnato seguendo le lezioni di Vaira il terra oltre che il seduto.. il resta non sempre.. ma ci lavoriamo.. ma il non plus ultra sta camminando nel bosco con il guinzaglio lasciato a terra.. prima appena si accorgeva che non aveva il guinzaglio si faceva prendere dalla frenesia e correva all’impazzata e per poco non finiva sotto una macchina! Ciò che mi preme e non capisco dove sbaglio è il richiamo.. qui siamo messi male: in casa funziona alla grande , ma nei posti aperti dove più è importante non mi fila proprio e a niente valgono sorrisi , premi: si fa talmente prendere dagli altri rumori che io non esisto più!!!! Dov’è che sbaglio???????? Comunque cerchiamo di imparare sempre TUTTI, la nostra mente e la nostra anima devono essere sempre nutrite!
    Grazie per l’attenzione.

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