Per costruire un buon rapporto col cane, contrariamente a quello che ci hanno detto per anni, bisogna per prima cosa abbandonare l’idea che ci sia un dominante, un capo, inteso come uno che ordina e uno che esegue. Non solo perché le ricerche in etologia oggi confutano questa teoria, ma perché vivere il rapporto in questo modo lo impoverisce, lo rende meccanico e centrato sull’egoismo: noi da una parte con le nostre continue richieste e forzature, il nostro cane dall’altra con il solo desiderio difendersi o starci lontano. Vivere un rapporto così, incentrato sui concetti di gerarchia e competizione, invece che su quelli di parità di valore e cooperazione, è un modo molto veloce per togliere vitalità allo sguardo del nostro cane. Molte persone hanno problemi legati a questo modo di impostare il rapporto. Puntualmente si verificano disobbedienza, paure, agitazione incontrollata o depressione.
Un rapporto centrato su di sé piuttosto che sul “noi”, crea inevitabilmente grosse separazioni tra noi e gli altri e come conseguenza l’emergere di due atteggiamenti distruttivi principali: l’avversione e l’attaccamento. Il primo si manifesta sottoforma di rabbia, aggressività e nervosismo, che ci portano a punire il cane e non volerci mai mettere nei sui panni prima di decidere cosa fare; il secondo attraverso ansie, mancanza di fiducia in se stessi, apprensione, che portano a disperarci per ogni cosa e tentare di mettere il cane sotto una campana di vetro, precludendogli ogni possibilità di fare esperienza ed imparare autonomamente a comportarsi in modo adeguato. Semplicemente ci chiudiamo alle innumerevoli possibilità della mente, manchiamo di fiducia nelle nostre capacità ed in quelle del nostro cane. Questo è un punto molto importante.
Spesso inoltre abbiamo una visione del tutto antropocentrica del rapporto. Siamo convinti che il nostro cane abbia tutto da imparare da noi, che abbiamo il compito di versare nella testa del cane il nostro sapere “superiore”. E’ da qui che traggono forza le teorie della dominanza: un atteggiamento del tipo “se non lo fa devo impormi” si basa sul presupposto che quello che io penso sia sempre la cosa giusta da fare. Ma è davvero così?
mmm io invece mi metto sempre nei suoi panni e non mi impongo ma un mio amichetto bergamasco/barese mi dice che è un po’ viziata 🙂
Questo post è bellissimo. Condivido tutto. Sono felice che qualcuno parli di questo su un blog.Buon lavoro e BENVENUTO IN BLOGLAND
Ho “sposato” la teoria non antropocentrica nel rapporto con il proprio compagno cane, con risultati soddisfacenti. Oggi, dopo due anni, mi rendo conto che lui è felice di condividere la sua vita con me, ed io con lui. Grazie a tutti coloro che hanno studiato e diffuso concetti e principi, come questo, che aiutano a vivere meglio.
Onstamente questo articolo mi ha un po confuso al posto che chiarirmi le idee. I cani se lasciati fare (come succede nei branchi di randagi) tra di loro creano gerarchie come fanno i lupi (alfa, beta… omega) e questo e’ un dato di fatto. Quindi credo che non avere un atteggiamento dominante (nel senso positivo di chi decide e chi da il permesso di fare cosa a chi) e comportarsi alla pari con un cane sia un atteggiamento antropocentrico che non aiuta il cane. Dove sbaglio?