Cosa è giusto fare per aiutare un cane pauroso? È vero che bisogna ignorarlo per non rinforzarne la paura?
Il conforto più che generare maggiore paura, procura una maggiore disponibilità a sperimentare.
Non sappiamo bene cosa fare quando abbiamo a che fare con un cane pauroso e spaventato. L’istinto ci dice di accarezzarlo, confortarlo, ma l’addestratore, il negoziante o l’articolo su internet, ci dicono di non farlo per non “rinforzare l’atteggiamento di paura”.
Il fatto è che il concetto di rinforzo positivo ha sì permesso di abbandonare coercizione e violenza in favore dei metodi gentili, ma ha anche generato diversi non-sensi. Ricordo perfettamente un toelettatore che mentre tagliava le unghie a un cane gli aveva fatto male. Il suo proprietario cercò di confortare l’animale, ma lui glielo vietò: “No, no, no! Ignoralo! Sennò rinforzi le sue reazioni di paura!”.
Ricordo anche l’atteggiamento emotivamente distaccato di un quotato esperto in comportamento, il quale diceva: gratifica il cane soltanto quando ha smesso di avere paura, sennò la rinforzi.
Ebbene, le paure non possono essere rinforzate con le carezze.
Confortare il cane, non lo rende più pauroso
Probabilmente lo hanno detto anche a te. Ho trovato giusto oggi in un articolo pubblicato su un blog, dedicato all’argomento, un trafiletto di “errori da non commettere” con un cane pauroso, trafiletto che culminava con:
Rispettando la motivazione e lo sforzo di chi ha scritto l’articolo, sicuramente in buona fede, tocca considerare che il timore di rinforzare l’atteggiamento di paura con carezze o altre gratificazioni è infondato.
Gli psicologi comportamentisti affermano che puoi rinforzare i comportamenti, non le emozioni. E la paura è un’emozione. Quindi, il concetto è da rivedere già alla luce delle teorie comportamentiste, da cui sorge lo stesso concetto di rinforzo positivo.
Ma anche questa volta suggerisco di abbandonare la visione comportamentista e con essa quindi l’idea che il comportamento del cane sia solo frutto di stimoli e rinforzi. Ci spostiamo quindi nel campo dell’etologia cognitiva: i cani sono dotati una mente e un cuore pulsante. Ci sono vasti senari da poter scorgere al loro interno.
I cani paurosi hanno bisogno di conforto
Noi umani e i cani siamo animali sociali e gli animali sociali hanno bisogno di conforto in situazioni che mettono paura. La risposta naturale di chi ha paura è la ricerca di prossimità. Amiamo sentirci protetti e solo una volta al sicuro siamo disposti a riguardare alla situazione con occhi nuovi e prendere in considerazione di sperimentare qualche possibilità di affrontarla.
La ricerca di prossimità è funzionale alla sopravvivenza, giacché i cuccioli ricevono protezione dall’adulto e l’adulto dal resto del gruppo sociale. Quando l’animale riceve conforto vi sono cambiamenti fisiologici importanti. Cambia la biochimica, il corpo libera per esempio ossitocina, che predispone a dare nuovi significati alla situazione. Il conforto più che generare maggiore paura, procura una maggiore disponibilità a sperimentare. Ricevere conforto è fonte di maggiore sicurezza.
Del resto ci viene spontaneo e istintivo fornire conforto, quando il nostro cane ha paura. Questo accade perché non solo la selezione naturale ci spinge a cercare prossimità e conforto, ma anche a offrirlo. E allora vi dico: offritelo questo conforto, senza timore di sbagliare. Offritelo con vicinanza fisica, carezze, voce calma e gentile.
Ignorare le emozioni di chi ha bisogno di noi porta guai inevitabili
Quante volte abbiamo sentito dire che se il bambino piange bisogna ignorarlo? Ebbene sì le teorie comportamentiste hanno fatto man bassa anche nella psicologia infantile. Ricordiamo però che con i cani ci viene spesso consigliato la stessa cosa: lascia il cucciolo chiuso in cucina o in bagno e ignoralo se piange. Ma il punto è che se un bambino o un cane piangono non lo fanno per dispetto, ma perché provano un disagio. Volete sapere se smettono di piangere? Dopo un po’ sì, certamente. Ma cosa avranno imparato? A rassegnarsi, a nascondere le loro emozioni, perché se le esprimono nessuno si occuperà di loro. Insomma il comportamento scompare, il disagio psicologico aumenta. Ed ecco che gli umani si fanno anni di psicoterapia e i cani diventano perfetti in gara, ma conflittuali emotivamente parlando.
Bambini e cuccioli non piangono solo perché hanno fame o sono sporchi. Piangono anche per vedere se ci sei, se possono contare su di te. Se dimostriamo che ci accorgiamo del loro disagio e che siamo presenti con continuità, affidabili nel nostro apporto affettivo, si creerà un “legame d’attaccamento sicuro”, il quale genera soggetti psicologicamente sani.
Quando le carezze sono sbagliate
Cerco sempre più spesso durante i miei corsi di far comprendere quanta sensibilità dobbiamo guadagnare per fare bene il nostro lavoro di educatori o semplici compagni di quattro zampe. Spesso è il modo in cui si fanno le cose a essere sbagliato.
Se per esempio il cane ha paura e noi lo forziamo in quella situazione, aggiungendo carezze a tutto spiano al suo disagio, ecco che sbagliamo e sbagliamo alla grande. Le carezze non saranno affatto di aiuto, peggioreranno il disagio del cane, non perché rinforzino la paura, ma perché si sommeranno agli elementi non graditi.
Per aiutare i cani paurosi bisogna tirarli fuori il più presto possibile dalle situazioni “troppo grandi” e metterli invece difronte a situazioni che possano gestire, adeguate alle loro possibilità. La difficoltà ci deve essere, ma adeguata alle loro competenze del momento. Non conta quanto sia facile o difficile per noi secondo i nostri parametri, ma la reazione che vediamo in loro. Saranno loro a dirci se “si può fare o no”. Un bravo educatore cinofilo può aiutarci perfettamente in questo compito.
“Oh, poverino!”: le tue idee sul tuo cane possono bloccarne l’evoluzione
Evoluzione è affrontare le paure e crescere. Ma le nostre aspettative, ciò che noi pensiamo del nostro cane, influenzano ciò che lui pensa e i significati che da al mondo. Ci sono evidenze scientifiche a riguardo e ne abbiamo parlato in questo articolo.
Come confortare o accarezzare
Certo non è il caso di andare in ansia quando il nostro cane ha paura. Siamo leader emotivi e questa è forse l’unica forma di leadership che conti davvero. Il nostro cane sente le nostre emozioni e non si tratta di sesto senso. È un meccanismo biologico comune a tutti gli animali sociali. È vero e naturale, e serve a stare insieme, godersi il reciproco apporto affettivo, cooperativo e pedagogico.
Siamo leader emotivi e questa è forse l’unica forma di leadership che conti davvero.
Ora siamo guide emotive. Dato che le emozioni passano, quando le paure del nostro cane sono infondate, restiamo calmi e sereni. Centrati. Una mano poggiata sul fianco del cane, una carezza lenta, sentita, gli faranno capire che noi ci siamo accorti, che siamo lì con lui, ma che va tutto bene. Una risata al momento giusto può stemperare la tensione. Un invito al gioco anche.
Cosa caratterizza il gioco? L’assenza di paura!
Ricordo bene quel cucciolo di cane corso che mi era stato chiesto di portare in paese a socializzare quando ho lavorato in allevamento nel 1998. Gli avevo insegnato, a “casa sua”, dove si sentiva completamente a suo agio, a giocare a tira e molla con un salamotto in juta. Arrivati in periferia al paese si sentiva fuori luogo, il disagio, sebbene lieve, era ben visibile. Aveva quasi tre mesi e mezzo. Ho intuito che il gioco l’avrebbe aiutato e ho tirato fuori il salamotto. Appena l’ha visto si è illuminato e al mio invito a rincorrerlo lo ha afferrato e ha cominciato a mordere, tirare e giocare.
Cosa caratterizza il gioco? L’assenza di paura. Per poter giocare ci si deve sentire al sicuro. Il cucciolo ha tirato su la coda e da quel momento, con o senza tira e molla, non l’ha più tirata giù.
Non è sempre così diretto e facile il lavoro. Del resto aiutavo un cucciolo. Con cani diversi e adulti, bisognerà prendere altre misure, accorgimenti, strutturare un percorso costellato di intuito e sensibilità. Anche qui un bravo educatore ci può aiutare moltissimo.
La relazione non è solo base sicura, ma un volano di proiezione sul mondo
Non esistiamo solo per fornire un rifugio in caso di necessità. Non siamo solo lì a fornire conforto. La relazione che instauriamo col cane, ne proietta la mente sul mondo. Attraverso la relazione vengono generati significati, codici interpretativi, esperienze soggettive. La relazione fornisce al cane gli elementi fondanti per percepire se stesso e delle chiavi di lettura di quanto gli accade. Ecco perché è così importante. Ecco perché viene prima di qualsiasi training, addestramento, protocollo educativo o comportamentale. La relazione è generativa di codici che aiutano a decifrare il mondo e attribuirgli significati.
C’è un flusso di comunicazione sottostante dai molteplici significati, fra noi e i nostri cani.
Anch’io avevo letto ch ignorare la paura del cane era giusto, ma mi ero anche accorta che i miei cani cercavano prossimità e che stare un pò tranquillamente accanto a loro li tranquillizzava.Il problema nasce quando non posso restare con loro perchè devo andare a lavorare.Che fare in questi casi in cui ho molta fretta e non posso occuparmi di loro?
Come fare quando devo andare a lavorare e i miei cani paurosi non vogliono essere lasciati soli?
Bisogna lavorare sulle cause. Sulle loro paure per esempio. Fatti aiutare da un istruttore. Qui puoi cercsrne uno nella tua zona: http://www.thinkdog.it
Io ho un cane che ha paura di quasi tutto quando siamo in esterno in passeggiata.
Quando si spaventa non cerca la mia presenza,vuole solo allontanarsi velocemente e anche se mi fermo e cerco di rassicurarlo,la cosa sembra non funzionare.
Probabilmente è un problema di fiducia nella relazione,forse non gli do abbastanza sicurezza?
Salve il mio maltesino di 4 anni ha paura quando camminiamo soprattutto quando c’è folla e macchine infatti pattina tutto su lato…non ho mai visto un cane che cammina così è non so che fare…a volte mi fermo…lo.accarezzo…riparte ma niente….come.mi.devo comportare?
Io non sono affatto d’accordo sull’ accarezzare i cani per ‘consolarli perché hanno paura’ perché si può solo rinforzare i comportamenti, non le emozioni e la paura è appunto un’emozione.
Apparentemente sembrerebbe una cosa indiscutibile quanto affermato così. Peccato che a seguito di un’emozione un cane adotta un dato comportamento.
E quando accarezziamo il nostro cane perché ha paura (come qui sembreremmo autorizzatissimi a fare) siamo sicuri che il cane non associ la carezza a quel comportamento?! Io per niente. Continuerò a non consolare se e quando avrà paura, e se e quando mi si metterà in mezzo alle gambe continuerò a spostarmi. Anche perché più un cane ha un comportamento timoroso verso per esempio gli altri cani, e più gli altri cani ci sguazzano osando ancor di più in dominanza. Questo genera un circolo vizioso in cui il cane che ha paura ne avrà quindi sempre di più vedendo gli altri cani (di cui hanno appunto paura), sempre più ‘animosi’ e smaniosi di volersi imporre sul ‘nostro’ cane pauroso. Accarezzateli pure, voi! (proprietario di Cane lupo Cecoslovacco Z Peronowki)
Caro Giorgio, i comportamenti sono manifestazioni esteriori di stati interni. Secondo gli studi svolti sul modello operante la paura non può essere rinforzata. Secondo l’etologia e la psicologia la ricerca di prossimità è naturale e i soggetti impauriti recuperano grazie a essa. Secondo la mia esperienza (faccio questo lavoro da vent’anni) ignorare il cane se ha paura peggiora le sue paure. Faccia come desidera, ma mi lasci anche dire la mia opinione: non sta aiutando il suo cane e se potessi gli regalerei un proprietario più competente e più predisposto all’ascolto e a mettersi in gioco.
Non parlavo di ‘ignorare’ ma di ‘non consolare’ assolutamente co carezze e vocine del tipo ‘tesorino mio.. Non aver pauraa… No è nienteeee. Poveroooo…’ etc.. etc… in quanto non è affatto detto (che studi saranno mai stati fatti su questo?!?) che si vada a influire sul suo comportamento invece che sulla sua emozione. Il mio cane non ha paure, anzi forse è fin troppo sicuro… Ma una volta aveva paura dei botti da cucciola. E sto in un quartiere in cui fanno i fuochi per la festa della mia città. Era piccola, mi sono fatto chiudere fuori al balcone, ed ad ogni bombone era un premietto. Al primo tremava al secondo di meno. Nel giro di 15 minuti il tempo di alcuni fuochi d’artificio, non ti dico che scodinzolava ad ogni bombone ma poco ci mancava.. Altro che incompetenza.. Saluti.. ed umiltà!! (io ho avuto solo 2 cani in tutta la mia vita.. Altro che 20 anni di lavoro…eppure…. )
Anche il mio cane ha paura dei botti e facevo come gli addestratori mi dicevano ignora il cane nei momenti di paura, portalo nei posti che non gradisce si abituerà. Ho solo peggiorato la situazione, nei momenti di stress senza neanche arrivare allo stato di paura il cane rifiuta anche il cibo. Unico modo per spronarlo è appunto il gioco. Ho seguito i consigli sbagliati nell’ educare il mio cane e questo di certo non ha rinforzato il nostro rapporto.
Ma qualcosa si può sempre fare e farò sempre per aiutare il mio cane e quando posso i cani in genere. Una cosa è certa questo fine anno di certo non farò come negli anni scorsi. Non lo lascio solo anzi sarò lì a rassicurarlo quando inizieranno i botti di capodanno.
Ciao Angelo ho letto alcuni dei tuoi libri e mi sono appassionato dei tuoi metodi!ho un border femmina di 4 mesi! Faccio fatica a farla abituare alla città,folla,traffico ecc..! Cosa mi consigli forzarla, assecondare i suoi tempi?grazie
Asseconda i suoi tempi. In genere non è un lavoro che porti grandi risultati senza un istruttore.
Ciao Angelo che conforto sentire e leggere che si può aiutare un cane in difficoltà senza rafforzare comportamenti negativi. Abbiamo preso un meticcio mix Pitt di 7 mesi dal canile e oggi che ne ha 11 di mesi abbiamo fatto piccoli progressi, X lui è dura la città, le persone, gli altri cani. Un mix di esuberanza adolescenziale e paura. Vorremmo poterlo aiutare e saperlo capire meglio.
Si può fare, Samanta. Dovrete contattare un esperto nella vostra zona. Guarda se ne trovi uno sulla mappa del mio sito: http://www.thinkdog.it
Credo, non sono un educatore né un addestratore e soprattutto non sono un comportamentalista, ma da ciò che ho sentito su internet tramite un video di un comportamentalista, affermava che il cane non va isolato quando piange o quando ha bisogno e ne va accarezzato nel momento della paura ma bisogna trovare una via di mezzo fra queste due scuole di pensiero e cioè; siccome il cane ci guarda, e studia attentamente il nostro corpo, con le sue varie sfumature a livello di linguaggio del corpo faremo sentire la nostra presenza anche tramite uno sguardo rilassato che ci siamo, ma accarezzarlo e parlargli nel momento della paura non è del tutto esatto ma soprattutto poco efficace, anche se giustamente in maniera istintiva, perché siamo animali empatici, tendiamo subito a confortare il nostro amico a 4 zampe come faremmo con un bambino o un nostro caro.
Il comportamentalista suggeriva non di lasciarlo fare e di non considerarlo in maniera drastica ma di non farsi trasportare troppo dalla paura del cane, ma non per cattiveria coercizione ma per non peggiorare la situazione perché ripeto volendo o non volendo in qualche modo tramite l’odore dell’adrenalina che emaniamo dovuta alla nostra preoccupazione o dovuta alla nostra predisposizione ad essere ansiosi possiamo ingigantire la situazione.
E invece lodarlo con coccole, carezze salti di gioia anche in maniera molto teatrale e in maniera da farci percepire rilassati dopo che il nostro amico ha superato quella paura da solo ma con la nostra supervisione.
Così piano piano riuscirà a sentirsi più autonomo e capace di superare i possibili spaventi che possono accadere nella vita di tutti i giorni.
Buona giornata
Buona sera , ho preso da circa 8 mesi una cagnolina ,tolta da un maltrattamento , mi era stato detto che aveva 1 anno e mezzo , invece minimo ne ha 5 . Purtroppo la cagnolina ha il terrore di uscire , ha paura delle macchine , del vento , della pioggia et ecc.. et ecc.. Nella mia vita ho sempre preso cani in difficoltà , ma non riesco a gestire queste sue paure , non so come fare . Nonostante che la porti fuori in pineta 3 volte al giorno per farle espletare i sui bisogni , la sera li fa in casa.Mi potreste dare dei consigli gentilmente?
Per aiutare i cani paurosi bisogna tirarli fuori il più presto possibile dalle situazioni “troppo grandi” e metterli invece difronte a situazioni che possano gestire, adeguate alle loro possibilità. La difficoltà ci deve essere, ma adeguata alle loro competenze del momento. Temo possa aver paura dei botti di Capodanno, ma non so come tirarla fuori da questa situazione. Certamente starò con lei e giocherò. Che altro posso fare? E’ il primo anno che passiamo assieme….HELP
Per aiutare i cani paurosi bisogna tirarli fuori il più presto possibile dalle situazioni “troppo grandi” e metterli invece difronte a situazioni che possano gestire, adeguate alle loro possibilità. La difficoltà ci deve essere, ma adeguata alle loro competenze del momento. Temo pssa aver paura dei botti di Capodanno. E’ il primo inverno che passiamo assieme. Certamente le farò compagnia e giocheremo assieme. Altri suggerimenti?
Buongiorno,
Ho un cucciolo di pastore maremmano di 3 mesi ed è con me e la mia famiglia da 15 giorni. Sto cercando di abituarlo portando fuori a fare passeggiate ai rumori delle macchine e delle persone ma lui sembra avere molta paura. Cammina sempre con la coda bassa e se ci fermiamo si nasconde tra le gambe o sotto una panchina qualsiasi cosa gli procuri sicurezza….. È una questione di età perché sempre piccolo oppure potrebbe esserci qualche altro motivo e si deve abituare? Grazie