Sono molto sorpreso quando parlo con istruttori che cambiano cane o ne aggiungono uno al loro “branco” ogni volta che scoprono di non riuscire a realizzare le performance che desiderano in una particolare disciplina. In questo modo non sei solo costretto a dedicare minor tempo o di minore qualità a ciascuno, ma ti perdi il fulcro della relazione col cane: aprirti alla Vita.
E’ un tema che da qui a gennaio o febbraio si riproporrà. Quante persone regalano cuccioli per Natale? E quante lo “danno via” poche settimane dopo?
Ma cosa accade se dai via il cane quando ti sei annoiato o scopri che lascia in casa troppi peli o quando cambi casa o ti lasci col tuo partner e nessuno dei due “può tenerlo”? Ti indurisci. Prendi una scorciatoia comoda invece di diventare sempre più coerente e responsabile. Se hai dei figli insegni loro essattamente ciò che non vorresti: cercare quello che fa star bene al di fuori di sè, comprare illudendosi che siano le cose a dare la felicità, stancarsi subito di esse, sostituirle con qualcos’altro e poi di nuovo ed ancora, in processo che forse avrà fine solo in psicoterapia, quando qualcuno gli dirà che quello che cerca è in se stesso e nelle relazioni autentiche. Ed a proposito di relazioni, la cosa peggiore è che hai insegnato a tuo figlio è che gli altri si possono usare e buttare via quando non hai più bisogno di loro. Credi che per la nostra mente e soprattutto per quella di un bambino, ci sia una reale differenza tra comportarsi in questo modo con un cane e farlo con un portatore di handicap? O una persona di colore. Un anziano o il vicino di casa o il partner? La verità è che nel suo cervello imprimi uno schema che tenderà a riprodursi ogni volta che in futuro ci saranno condizioni simili, non importa quali saranno i soggetti coinvolti.
Se fino ad ora hai trascurato qualcuno, che sia un animale o una persona, credendo fosse indipendente da te e dalle tue scelte, puoi cominciare a renderti conto che in realtà ciò che conta non è solo lui o lei, ma ciò che emerge dal vostro contatto. Per il fatto di relazionarvi siete in quanche modo allacciati e le scelte che compi riguardano anche ciò che avviene dentro di te, in profondità.
Adesso che hai questa prospettiva, cominci a capire quanto il vero regalo non sia il cane, ma quello che accade dopo. Prendersi cura di lui una volta adottato, è il più bel regalo tu possa fare a lui, a te stesso ed a chi vive con te.
Buon Natale!
Condivido il tuo pensiero caro Angelo :)Il regalo più grande lo si fa, alla Vita ! Aiutare il nostro prossimo, che sia uomo, cane, pianta, ci dona una gioia immensa.
non mi parlare di peli.. son ormai 7 anni che convivo con la moquette in casa gentilmente offerta dalla pulciosa 🙂 ..
non mi parlare di peli.. son ormai 7 anni che convivo con la moquette in casa gentilmente offerta dalla pulciosa 🙂 ..
Mi è capitato di allargare il mio branco e di trovarmi in casa una specie di bomba ad orologeria. Porte divelte, mobili sfasciati, ululati e altro. Non ce la facevo davvero più. E ho davvero pensato che fosse ora di dare via il cane, che non ero in grado di tenerlo, che non era il cane adatto a me e via discorrendo. Poi, un giorno, stavo uscendo per andare al lavoro dopo tre ore di pulizie per rimettere in sesto la casa distrutta (ero furibonda) e me lo sono trovato davanti, che scodinzolava appena appena, e ho incrociato i suoi occhi marroni. Sembrava affranto. In quel momento mi sono resa conto che stava cercando disperatamente di dirmi qualcosa, e che più mi arrabbiavo e mi allontanavo da lui, meno capivo e più lui cercava altri modi sempre più evidenti di parlarmi. Probabilmente i miei cani avrebbero sistemato me in un’altra famiglia, potendo, in quella situazione…Ero io che non funzionavo, non il cane. Tutto è cambiato, per alcune cose c’è voluto tempo, per altre no. Forse la cosa più importante che Puccio mi ha insegnato è che non si deve mai chiudere il proprio cuore, e che se si ha un problema con chi si ama, la soluzione non è gettarlo, nè scappare.Sara