La mia intervista per l’Opinion Post

the_opinions_post

“E dopo una giornata ad ascoltare lui, mentre ci insegna ad ascoltare il nostro cane, quello che ho capito è che se ci sono dei problemi, siamo noi a dover cambiare, non i nostri cani… Glielo chiedo…”

Nell’articolo:

  • La sensazione, ascoltandoti, è che tu sia un educatore di padroni, più che di cani…
  • Funziona sempre? Qual è la difficoltà più grande, in questo lavoro?
  • Guardando il tuo sito, o partecipando ai tuoi seminari, è evidente l’apporto delle neuroscienze nel tuo lavoro. Ma non tutti gli studi su cui ti basi sono specifici dell’educazione cinofila. Molti riguardano il mondo umano. Vale tutto allo stesso modo per tutti? Uomini e cani?
  • Cosa si deve aspettare, chi si rivolge a te perché ha un cane “problematico”?
  • Quando ho partecipato ad “Ascolta il tuo cane”, ho notato che oltre a te ci sono molte persone che gravitano intorno alla scuola. E sono tutti giovani, belli e sorridenti. Li selezioni così, o lo diventano partecipando ai tuoi corsi?
  • A proposito della scuola, il tuo è un pensiero rivoluzionario. Sei solo tu, in Italia, a “pensare cane”?
  • ThikDog oggi è anche merchandising…
  • Quindi ci sono progetti per il futuro?
  • Per concludere, dimmi in una frase che cos’è, Think Dog.

Potrebbe interessarti anche...

2 commenti su “La mia intervista per l’Opinion Post”

Lascia un commento