Tenete le mani aperte, tutta la sabbia del deserto passerà nelle vostre mani. Chiudete le mani, non otterrete che qualche granello di sabbia.
Eihei Dogen Kigen
Maestro zen
Tenete le mani aperte, tutta la sabbia del deserto passerà nelle vostre mani. Chiudete le mani, non otterrete che qualche granello di sabbia.
Eihei Dogen Kigen
Maestro zen
Da pensarci su. All’inizio sembra deprimente, sembra che per quanto tu faccia, alla fine di tutto quello che succederà, la sabbia che passerà non ti resterà che una miseria di un paio di granelli di sabbia.Poi ci pensi su…
Il punto è che se non ti attacchi alle cose puoi goderne pienamente. Quando invece cerchi trattenerle e modificare il mondo perchè si conformi a quello che vuoi tutti gli sforzi sono vani, non ti rimane che qualche granello di sabbia.Quando ottieni ciò che desideri il piacere si mischia alla apura di perderlo.Puoi godere appieno solo delle cose che sei disposto a perdere.
Io penso che se tieni “le mani aperte”, ti rendi conto che tutto è parte di te e che tu sei parte del tutto, quindi il concetto stesso di perdita non può esistere.Puoi “perdere” solo nel momento in cui, chiudendo, crei separazione tra te e tutto ciò che ti stà intorno. A quel punto non importa quanti granelli di sabbia resteranno in mano… anche fossero miliardi, avrai comunque “perso”.E’ aprendo, lasciando andare, che si può invece “avere” tutto.
Questo concetto non mi convince affatto….Come puoi non attaccarti alle cose che ami, come puoi non cercare di trattenerle.Io combatto per conquistare ciò che voglio e mi attacco a ciò che amo. Se poi lo perdo soffro, ma continuo a vivere e a godere di quello che resta.
Però anche il lasciar andare è in contrapposizione al trattenre…e crei uno stacco tra quello che passa, che è passato, che deve passare…”Il segreto del viaggiare non è vedere nuovi posti, ma nel tornare a casa con nuovi occhi”.Credo che dovremmo concentrarci su di noi, sulle nostre sensazioni, e non sulla presenza/assenza di altre persone, oggetti…
mah…se il segreto del viaggiare non è vedere nuovi posti, allora meglio stare a casa a leggere un libro, o a giocare con la sabbia…
Chi se ne deve andare dalla tua vita se ne va che tu lo voglia o no. Cercare di trannere qualcuno toglie spontaneità, freschezza e magia ai vostri incontri e lo allontana ancor più in fretta.L’attaccmento è molto diverso dall’amore. Amore è desiderare la felicità dell’altro. Quasi tutti scambiano l’attaccamento per l’amore. Ma sono due cose molto diverse.L’attaccamento è la falsa idea che non si possa essere felici senza quella tal cosa o persona.
Lasciar andare non significa creare uno stacco. Significa lasciare che la Vita faccia il suo corso: la mia, la tua, e quella di qualunque altro essere vivente, ma con la consapevolezza che in questo percorso siamo comunque tutti uniti. E più si impara ad Amare, più si impara a lasciar andare.
Io penso invece che dare significato ai granelli come fossero cose o persone sia limitante.Per me è solo il fluire della vita, delle emozioni, delle esperienze. Se cerchiamo di fermarci o di cristallizzarle, non otteniamo niente, anzi, perdiamo tanto.E’ come stare seduti nel mezzo di un ruscello che scorre, è una sensazione fantastica. Gioia, dolore, ansia, relax…attimi che non possiamo nè dobbiamo cercare di fermare, ma di percepire sì. Come quando ci riempiamo le mani di sabbia e pian piano diventano sempre più leggere; e poi ne prendiamo un’altra manciata, più grande; e continuiamo così, prendendo a piene mani quello che la vita ci offre.E’ lasciare che la vita agisca.Io penso che ci siano persone a cui siamo legati senza saperlo, anche solo per quello che ci hanno dato.Sentirle o no, rivederele o no, non è quello l’importante. Serbargli un posto prezioso all’interno di noi, sì.Sara
“Due bruchi erano amici e passavano assieme la maggior parte del loro tempo. Un giorno uno dei due morì ed il suo sincero e leale amico rimase accanto al suo corpo per vegliarlo. Dopo alcuni giorni di tristezza e di disperazione il bruco alzò lo sguardo e si accorse che una farfalla lo stava fissando.-perché piangi?- chiese la farfalla.-perché ho perso il mio migliore amico- rispose il bruco.Fu allora che in tutto il suo splendore e la sua bellezza la farfalla replicò: -ma sono io il tuo amico-“E’ la natura stessa che ci dà un esempio di cosa vuol dire lasciar andare. Il risultato del voler trattenere é un bruco morto ed un amico perso.Imparando a lasciare andare si scopre invece che quella che apparentemente sembrava una perdita, é in realtà una meravigliosa evoluzione.
I figli sono come granelli di sabbia: li coltivi, li cresci, ne abbracci l’idea e accarezzi i loro corpi pensando all’attimo in cui con la loro vita sulle spalle se ne andranno per il mondo. Solo lì in quel “lasciare andare” cogli l’attimo che dura tutta una vita, il legame e la fiducia che hai creato, la libertà che hai preso e regalato, ma soprattutto saprai quanto calore hai messo in quei granelli, mentre a te rimane la sensazione di averli avuti mirabilmente tra le mani e per sempre nel cuore.
L’altra mattina mi sono svegliata pensando al concetto di casa: quello spazio in cui pensi che tutto sia tuo (il tuo letto, i tuoi libri, i tuoi vestiti…) e in cui sei tu a decidere cosa far entrare e cosa far uscire. Ma immagina di aprire la porta e di andare alla scoperta dello spazio circostante. Esci dalla tua casa… ed entri nella tua città. Qui ci sono i tuoi amici, i tuoi luoghi di ritrovo, la tua scuola, il tuo lavoro…Ma puoi andare oltre, uscire dalla tua città per andare alla scoperta della tua regione… e scoprire le tue tradizioni, la tua cultura, le tue usanze…Continuando il tuo viaggio puoi uscire dalla tua regione per andare alla scoperta della tua nazione… del tuo continente… del tuo pianeta… del tuo universo…Più allarghi quello che consideri il tuo mondo più ti rendi conto che tutto è “tuo”, ma al tempo stesso ti rendi conto che il “mio” ed il “tuo” non possono esistere… perchè tutto è “nostro”. Più allarghi la prospettiva e più condividi, perchè, come te, lo stesso viaggio può farlo qualunque altro essere vivente.Ma adesso guardati indietro. Sei sicuro di essere mai veramente uscito? Ognuno di questi spazi si trova all’interno di uno spazio più grande e che tu lo voglia o no, la tua casa si trova all’interno di tutti questi. Se riesci a sentire questo, a prenderne coscienza, allora sentirai che qualunque cosa lasci andare, rimarrà sempre e comunque all’interno del “tuo/nostro” spazio e che nulla può andare veramente perduto. Più il concetto di perdita fa parte della nostra vita, più i nostri orizzonti sono ristretti e il nostro mondo piccolo. Apriamo… e sentiamoci parte della nostra, unica, grande realtà.
Salve Io è piaciuto la tua scrittura in questa comunita si sta facendo un grande lavoro molto bello!:)
scusa mio cattivo italiano
arrive detche