Attraverso le 3 aree di competenza, procuriamo una sufficiente varietà di esperienze, strutturiamo piani di training completi, a 360°, che aiuteranno il nostro cane a inserirsi correttamente in famiglia e in società, ad eccellere nello sport o a diventare cognitivamente flessibile in caso di terapia comportamentale.
Use it or loose it!
Spesso succede che i nostri cani facciano sempre le stesse cose. L’istinto più forte degli esseri umani non è quello di sopravvivenza, ma quello dell’abitudine, diceva ironicamente Virginia Satir, madre della psicoterapia familiare. Noi esseri umani siamo animali abitudinari. I cani sono animali abitudinari. Amiamo le routine e a volte ci caschiamo dentro con tutte le scarpe – o le zampe – senza nemmeno rendercene conto. Per cui spesso succede che le nostre attività diventino involontariamente un rigido schema giornaliero, che purtroppo rende rigido anche il comportamento del cane.
Use it or loose it insegna la neuropsicologia, o lo usi o lo perdi. I circuiti neurali di un cervello quando non vengono nutriti attraverso l’esperienza, vengono persi, potati, eliminati o quanto meno diventano “avvizziti”. Questo, invece di portare il cane ad espandere le sue capacità, ne blocca il potenziale. Insomma un fattaccio brutto per i cani che hanno problemi comportamentali (la cui flessibilità è necessaria, ma così facendo non è certo agevolata), i cani sportivi (che tenderanno ad eccellere in certe aree, ma saranno carenti in altre, bravi nell’agility e pessimi al bar) e anche per i più comuni e amatissimi semplici cani da compagnia, che vedono purtroppo sprecate le opportunità di crescere, evolvere e vivere felici (apprendere è una delle attività che regalano felicità e un sistema nervoso sano).
Le tre aree di competenza
Allora cosa fare? Utile è chiedersi: quali elementi dovrei prendere in considerazione se volessi proporre al mio cane una serie di esperienze che ne realizzino il pieno potenziale?
Nel mio libro, ho proposto tre categorie di competenze: cognitive, motorie, sociali. Tenerle presenti aiuta a procurarsi una sufficiente varietà di esperienze e a strutturare piani di training completi, che faranno da base al training specifico (sport, soccorso, pet therapy ecc.). Ecco una classificazione che riporta dieci competenze per ogni area. Ho scelto quelle che mi capita di individuare e lavorare più spesso, ma l’elenco potrebbe essere ben più lungo. Qui presento una versione aggiornata rispetto a quella proposta in Dritto al Cuore del Tuo Cane.
Area Cognitiva
- Imparare a imparare (con l’esperienza i cani aumentano le loro capacità di apprendimento)
- Attenzione
- Concentrazione
- Memoria
- Resilienza (capacità di affrontare avversità e di riprendersi rapidamente da esse)
- Problem solving
- Autoregolazione
- Flessibilità
- Orientamento
- Sensibilità al contesto
Area Motoria
- Propriocezione (percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio e lo stato di contrazione dei propri muscoli)
- Resistenza cardio-vascolare/respiratoria
- Forza (tensione muscolare da opporre alle resistenze esterne)
- Flessibilità
- Potenza (applicare la massima forza nel minor intervallo di tempo)
- Velocità
- Coordinazione
- Agilità
- Equilibrio
- Accuratezza
Area Sociale
- Cooperazione
- Socializzazione
- Comunicazione
- Empatia
- Imitazione
- Affidabilità
- Pacificazione
- Accudimento
- Richiesta di cure
- Teoria della mente (capire come l’altro vede le cose)
A questo punto è bene precisare che le aree sono fortemente correlate fra loro e in alcuni casi non esiste una vera e propria linea di demarcazione fra l’una e l’altra.
Livelli di profondità
Per “competenza” intendiamo una componente cognitiva che sostiene il comportamento (memoria, concentrazione, accuratezza, autoregolazione ecc.).
Qui è essenziale assumere come presupposto che il cane sia dotato di una “psiche”. Non riduciamo cioè le sue capacità alla sola associazione di stimoli e risposte, e non riteniamo il suo repertorio comportamentale esclusivamente basato sull’istinto. Usciamo quindi dall’idea che l’apprendimento modifichi esclusivamente il comportamento. Esso può modificare capacità, credenze, tratti emozionali e personalità. Ovvero agisce su più livelli.
E’ molto utile comprendere questo. Se per esempio durante il training specifico il cane è rimasto bloccato su un comportamento, diciamo il “lascia”, quello che potrò fare è, invece di insistere con la sua esecuzione, andare a identificare le capacità sottese (es.: autoregolazione), per poi tornare sull’esecuzione del “lascia”, vedendo aumentata l’abilità nell’eseguirlo. Questo processo si dimostra molto utile nella preparazione dei cani sportivi e nella terapia comportamentale.
Come si allenano le capacità
In genere si è portati a credere che le capacità non si possono allenare; il cane o ce le ha o non ce le ha. Mentre invece possiamo, con esercizi opportunamente studiati, allenarle con precisione e svilupparle nel tempo.
Se nel più classico tipo di training si tende a lavorare la risposta ai “comandi” (terra, resta, piede, vieni, cerca, stop, lascia, abbaia, porta ecc.), qui l’obiettivo è lo sviluppo di una o più particolari competenze. L’esecuzione di comportamenti qui è il mezzo (e non più il fine) attraverso cui, con l’esercizio, si sviluppano o allenano le capacità. In altre parole posso insegnare al cane a guardarmi (comportamento) per un tempo di 20 secondi per allenare attenzione e concentrazione (capacità). Quello che importa non è il comportamento che ottengo (posso benissimo usarne un’altro), ma le capacità coinvolte nell’esecuzione dello stesso.
Lo schema quindi non è più:
capacità (mezzo) + esercizio (mezzo) = comportamento (obiettivo)
ma
comportamento (mezzo) + esercizio (mezzo) = capacità da sviluppare (obiettivo)
Un altro modo di accrescere le competenze è far vivere esperienze mediate in contesti abilmente costruiti. È ciò mi piace chiamare “architettura delle esperienze”. Un contesto come quello delle Classi di Socializzazione per esempio, è una esperienza di apprendimento ben diversa dal training di uno specifico comportamento. Durante le CS infatti non insegnamo ai cani a rispondere a determinati “comandi”, ma ad affinare l’abilità di rispondere adeguatamente al comportamento sociale degli altri cani in modo autonomo (attraverso la nostra mediazione e/o supervisione).
Altra considerazione va fatta sul programma (esperienziale e specifico di training): le capacità sono correlate fra loro e si sostengono a vicenda. Per cui vale la pena di strutturare un programma che preveda l’allenamento di tutte le capacità e non solo alcune si esse. Più solide e profonde le fondamenta, più alto il punto in cui arriveremo.
Conclusioni
Conoscere le 3 aree di competenza e inserirle in un programma di training, calibrato sulle capacità di ognuno, ci permette di:
- aiutare il cane da compagnia a vivere più felice ed educato
- aiutare il cane sportivo, o specializzato in soccorso o pet therapy, a migliorare le sue performance
- aiutare il cane in terapia comportamentale a migliorare in flessibilità e apprendimento
Le attività col cane dovrebbero essere molteplici e svolte in modo da stimolare le capacità a 360°, così da muoversi verso la realizzazione del pieno potenziale del cane. Diventa facile se organizziamo attività e training attorno a un principio di “rotazione e incrocio” delle stesse. Ho descritto questa metodologia, denominata “Cross Training” nel mio libro e ne parlerò prossimamente, giacché è appena partito un progetto sperimentale per testarne validità e utilizzo.
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