Le persone normali sono capacissime di fissare un animale mentre sta facendo qualcosa di straordinario senza avere alcuna idea di ciò che stanno osservando.
– Temple Grandin
Le persone normali sono capacissime di fissare un animale mentre sta facendo qualcosa di straordinario senza avere alcuna idea di ciò che stanno osservando.
– Temple Grandin
Già, banalizzare, questo è il grande dramma.”Il mio cane vuole montare ogni femmina che incontra, il vet ha detto che è normale, al mio cane piacciono le femmine”.STAI BANALIZZANDO”L’ho picchiato perchè deve obbedire, vedi come si sente colpevole, ora si che ha capito.”STAI BANALIZZANDO”Quella peste mi ha distrutto il divano e graffiato la porta. Mi ha fatto un dispetto perchè l’ho lasciato solo”STAI BANALIZZANDOQuando capiranno che il cane non ragiona come noi, ma soprattutto quando capiranno che ha una mente che si forma nell’arco della sua vita, che la sua individualità è data dalle esperienze che fa e che è importante amarlo, ma anche guidarlo e comprenderlo fino in fondo.Il cane non è banalità, il cane è un mondo da scoprire.”Guarda quel cane che bravo si ferma prima di attraversare”.Quel cane non è bravo, e lì la sua straordinarietà. Lui ha imparato proprio come impara un bambino. L’esperienza ha sviluppato il lui la conoscenza. E’ in grado di apprendere, non si ferma sulle strisce perchè gli si dà il biscottino.Ho la fortuna di conoscere un cane di nome Ciccio che vagabonda per il mio quartiere. Lui di cose straordinarie ne fa tantissime e nessuno lo ha mai addestrato.Beh! Sapete cosa vi dico???Io non voglio essere una persona normale.
Perchè utilizziamo solo un senso, la vista, e spesso ce la facciamo bastare limitando la nostra percezione. Se un giorno riusciremo a “vedere” anche con gli altri sensi, e non solo, potremo scoprire forse che esistono altri “linguaggi” che gli animali già da tempo ci stanno mostrando… Mistral
“Per molti giorni, per molte miglia, con molte spese, per molti paesi, sono andato a vedere i monti, sono andato a vedere il mare.Ma a due passi da casa, quando ho aperto gli occhi, non ho visto una goccia di rugiada sopra una spiga di grano” TagoreAnna
le persone normali son quelle che si definiscono normali perchè non hanno mai trovato il coraggio di non definirsi, che non si sono mai sporcate le mani con la nuda terra per sentire quanto sia totale tutto ciò, non sono mai uscite fuori dal gusto coriaceo dell’indifferenza, non hanno mai rischiato la propria paura di non essere definiti, circoscritti e che standosene dentro non hanno mai visto quanto lo sono…sono andata una volta al parco con una maglietta bianca e quando son tornata a casa avevo una vera griffe sul cuore: una zampata di fango, precisa, perfetta, marrone e proprio lì che mi pareva entrata dentro l’anima e da mostrare a tutto il mondo: richiesta, gioco, orgoglio, ero stata chiamata, voluta, amata e chi ha voluto capire, ha colto il mio orgoglio, di essere “oggettivamente” sporca come una maglietta, ma il non sentircisi perchè qualcuno ti ha toccato nel cuore.Adele
Essere normali…cos’e’ normale? La mia padrona di casa sta impazzendo perche’ per lei sono cio’ che di meno normale c’e’ sulla faccia della terra. Io sto impazzendo perche’ lei non vedo quanto normale e’ avere quattro cani che razzolano per casa. Il mio ragazzo impazziva per me ricorperta di fango dalla testa ai piedi. Io impazzivo perche’ in tribunale difendeva malviventi.I miei cani impazziscono perche’ crollo sul letto sopo quattro ore di camminata. Io impazzisco perche’loro NON crollano sul letto.Cos’e’ normale? Tutto e niente, direi.Tutto e’ fattibile, tutto puo’ piacere, tutto puo’ essere amato, odiato, compreso, deriso, accettato.Tutto dipende dal punto di vista, tutto dipende da noi.E’ come una recita a teatro. A volte spettatori, a volte attori.Quando recitiamo, vorremmo il rispetto, il silenzio, l’attenzione degli altri, vorremmo e dovremmo dare il meglio, scegliere, soppesare parole e azioni.Quando siamo spettatori, dovremmo renderci conto che magari la recita ha un’altro titolo, ma dobbiamo dare a chi questa volta e’ sul palco uguale ammirazione, comprensione, rispetto…perche’ sta dando il suo massimo.Come lo diamo alla casalinga che riesce ad arrivare a fine mese facendo quadrare i conti, come lo diamo a chi cerca di salvare il mondo…Sara
e se fosse tutto vero senza ruoli e senza recita, e se ci si sporcasse davvero le mani di terra e nel far questo ci si sentisse felici ?E se si trovasse questa forza che in alcuni attimi si ha e se questa ci accompagnasse sempre ? Perchè la gente impazzisce ? Dove e quale è il buco nero dentro di loro che al cospetto di quello che l’altro fa li fa impazzire ? Certo è rassicurante vedere che tutti amano, pensano, odiano, si comportano come fai tu (il tu è generico), ma se qualcuno fa qualcosa di diverso da te, perchè sei capace di impazzire ? Il rispetto nasce quando abbiamo imparato a prenderci i nostri spazi nella vita, ad avere i nostri modi, ma se questo lavoro non è stato fatto, spesso si impazzisce nel vedere che qualcuno ci è riuscito e noi no.spesso abbiamo la pretesa di voler cambiare l’altro secondo la ns. immagine mentale, ma non sempre si può ed allora si impazzisce.L’altro è altro, con dolore, rimpianto rispetto al nostro bisogno di ordine e di avere tutto ben ordinato e presente secondo le ns. tabelline e di fronte al dolore di non vedere tutti uguali a noi, è lì, solo lì, che ci si può alzare e fare qualcosa per cambiare e scoprire che è stato proprio l’altro che non si riusciva ad incasellare che ci ha dato il la per prendere il volo nelle varie possibilità di essere se stessi.E’ duro, è faticoso e doloroso, è sentirsi soli e senza audience, è paura, ma forse sapere che queste sono dimensioni umani e comuni può farci evitare di tornare indietro a lavarci le mani. Adele
Che cosa é normale?Tutto e niente.Che cosa é diverso?Tutto e niente.Tutto é normalmente e diversamente unico!E credo che la sola cosa che faccia veramente impazzire (e parlo per esperienza personale) é rendersi conto di essere spettatori della propria vita!Ma quanta forza si può trovare nel capire questo?Si può trovare la forza di smettere di “subire” la vita e di cominciare finalmente a crearla, diventandone regista ancora più che protagonista.E quando smetti di recitare una parte e diventi VERAMENTE te stesso, i concetti di normalità e diversità non interessano più… tutto diventa semplicemente unico e irripetibile!Anna
Penso che la paura e la poca consapevolezza siano le nostre peggiori nemiche.Mi sono trovata, in questi giorni,per un attimo, ad invidiare chi aveva intrapreso una strada diversa dalla mia.Poi ho pensato…che cosa invidio?Ho fatto le scelte che volevo fare, quando le volevo fare.Non ho fatto altre cose per paura e altro, ma posso rimediare e farle ora.Ho scelto di crescere sei cani invece di imparare a lavorare coi cani degli altri…e allora?Mi ha appagato aver dato un anno di felicita’ ad un cane malato,quindi perche’ sminuire un ricordo cosi’ bello pensando che avrei dovuto fare…come gli altri???Assurdo.Sono scelte, e nel momento in cui ci rendiamo conto che tutto dipende da noi, e non guardiamo piu’ gli altri, e non li colpevolizziamo, ne’ loro ne’ noi, allora ci sentiamo davvero liberi e felici.Che problema c’e’ a scegliere di essere moglie e madre? Nessuno, se ti rende felice. O medico in carriera? Nessuno. E cosi’ via.Nel momento in cui impazziamo e odiamo e invidiamo gli altri, dovremmo guardare noi stessi.O ci stiamo sminuendo, o abbiamo dimenticato le nostre scelte, o non le stiamo prendendo. Comunque dipende da noi.Il destino non e’ un qualcosa che va aspettato o subito, va raggiunto.Sara
Una delle cose che mi ha fatto più “impazzire”, ma nel senso di riflettere stavolta, che ho letto da Angelo è stato il “puntare in alto” ed ognuno credo abbia il suo. Se qualcuno decide che è la carriera, ben per lui se è proprio questo ciò che vuole, ma solo se è questo ciò che davvero sente.Per me non sempre è la montagna che ho davanti, ma spesso il sentiero piccolo e forse tortuoso che accetto di vivere momento per momento. Sono indaffarata, incasinata, ma qualcuno mi invita per uscire ? se la cosa mi colpisce e son capace di mollare il resto avrà pure un senso questo o no?dove vado, cosa farò, se esco ? non lo so prima, l’importante è che io abbia ben presente che mi va, che voglio rischiare ed immergermi nel momento che vivo dimenticando il resto. Vivere, solo vivere, momento per momento, perchè quando non ho avuto la forza di fare questo allora si ho avuto dei rimpianti per qualunque, all’apparenza piccola e insignificante cosa e mi son guardata desolata in mezzo ai miei casini.Poi non sai cosa accadrà, se incontrerai una radura oppure un bosco e di volta in volta decidere cosa fare, così, come viene, solo così scoprire che la meta non è la montagna ipotizzata, ma quello che hai vissuto intensamente, mentre in tutti quei sentieri autostrade o radure si compie ciò che sei e senti.E’ questo ciò che voglio, voglio me.
“Quando non coincide più l’immagine che hai di te con quello che realmente seie cominci a detestare i processi meccanici e i tuoi comportamentie poi le pene che sorpassano la gioia di viverecoi dispiaceri che ci porta l’esistenteti viene voglia di cercare spazi sconosciutiper allenare la tua mente a nuovi stati di coscienza”Battiato”Se vuoi conoscere i tuoi pensieri di ieri osserva come sei oggi,se vuoi sapere come sarai domani osserva i tuoi pensieri di oggi”Non esiste il destino…come sarà il domani lo decidiamo noi… oggi!Anna
E già Anna, se “Sono indaffarata, incasinata, ma qualcuno mi invita per uscire…” chi mi invita sono io. Grazie ! Adele
Ciao Anna,in effetti il mio commento, me ne son resa conto solo dopo, poteva anche sembrare ironico (eh lo smile che non ho messo!:-)Comunque quello che volevo dire era che le tue parole mi hanno fatto riflettere e penso di averle “utilizzate” per “entrare” dentro a ciò che avevo scritto. L’immagine da me utilizzata “qualcuno che mi chiama per uscire ….l’importante è che io abbia ben presente che mi va, che voglio rischiare ed immergermi nel momento che vivo dimenticando il resto” dopo aver letto le tue parole è diventata la consapevolezza che “l’eventuale altro, rappresenta una parte di me che vuole uscire. Ed “uscire” qui è utilizzato in tutti i significati possibili: uscire di casa, uscire fuori di se ed osservarsi, uscire da situazioni incasinate che si stanno vivendo” ecco perché dicevo “Grazie” per l’input !L’altro diventa una parte di te (un po’ quello che si sta affermando nell’altro post “Come vediamo le cose”), che la prima volta che ti invita di fornisce una occasione, un appoggio per allontanarsi, prendere le distanze, osservarsi. Quanto più diventa produttivo questo invito, tanto più si avrà il coraggio di uscire da soli e prendere le distanze dalle situazioni, da se stessi per osservarsi, valutare e crescere…!:))))))))))))))))))))))))))))))))))))Aggiungo che quello che noto tra i vari post è …una meravigliosa circolarità!:-)CiaoCiao, Adele
Che bello Adele!Quando ho letto il tuo commento, senza comprenderlo, due “Anna” hanno lottato tra loro: una, quella vecchia, quella murata, quella dai comportamenti meccanici, prendeva il commento in modo ironico e tentava di innescare una reazione di rabbia, orgoglio e presunzione. L’altra, quella che sto scoprendo man mano che abbatto il muro, pensava invece che avevi capito ciò che stava dietro alle mie parole ed era felice per esserti stata in qualche modo utile.Ammetto sinceramente di essere stata in dubbio per un po’ su cosa fare:la prima diceva “ma non perder tempo a rispondere, tanto non ti capiscono”… e in questo era ovviamente implicito un gran senso di superiorità (mi faccio quasi schifo…)l’altra invece predicava umiltà e diceva “se non hai capito ammettilo”, non c’é nulla di male ed è l’unico modo per far chiarezza.Quanto sono felice di averla ascoltata! Fino a un anno e mezzo fa non avevo idea di cosa fossero queste lotte interne, esisteva solo la prima Anna, quella dal carattere stupendo… in apparenza!E devo dire che, finchè sei ignorante, vivi bene! (…non a caso si dice “beata ignoranza”!)Ma il giorno in cui apri gli occhi e non ti riconosci più, vedi solo un muro e ti senti prigioniera della tua creazione… bhè, quel giorno è il più terribile ed il più Bello della tua Vita, perchè in quel momento la tua maschera comincia a morire e comincia a nascere il tuo vero IO!Non è facile e come tutti i parti è tutt’altro che indolore, ma la mia esperienza mi sta mostrando, giorno dopo giorno, che quando è la prima ad averla vinta mi torna solo sofferenza, quando invece vince la seconda mi torna solo Bellezza.E’ nel capire questo che sta la reale possibilità, per ognuno di noi, di creare il proprio domani.Quindi Adele… CHE BELLO!!!Che bello metterci alla prova, aprirci, confontarci, metterci in discussione (non hai idea di quanto siano nuove queste cose per me!) e che bello poterci essere reciprocamente d’aiuto, di stimolo, con le nostre parole, con le nostre esperienze, anche coi nostri errori!Che dire… sono felice!Grazie!Anna
Cara Anna,scusa il ritardo, scusa il ritardo, scusa il ritardo! Ma perchè ho fatto ritardo? Non lo so, lo scopriremo, ma prima voglio dirti un’altra cosa: ma lo sai che quando ho letto il tuo post con le citazioni la prima cosa che ho pensato è stata : “ma che dice? non capisco!” Ed invece di getto, le mie mani,collegate con qualcos’altro che non si chiama cervello, hanno inviato “senza sapere” qualcosa che rende felici.Hai iniziato tu, io, Battiato? Che importanza ha saperlo ?Ciao!;-)Adele