Oggi una cara amica mi ha restituito un libro. Glielo aevo prestato più di un anno fa. E’ venuta in Classe di Socializzazione col suo amico a quattro zampe Paco e me lo ha restituito.
E’ un libro che tratta di insegnamenti tibetani sulla Vita.
Oggi per me è un giorno speciale. E’ uno di quei giorni in cui mi capitano dei grossi guai personali ed ho l’oppotunità di chiudere fuori dalla porta i pensieri abituali, i progetti, il lavoro, le passioni; e mettermi ad ascoltare. E’ un’opportunità poichè le emozioni che provi in questi momenti rendono più facile il sospendere i tuoi schemi abituali.
Sono messo difronte a me stesso. A tutte le scelte e le azioni compiute fin’ora e come esse causino la mia condizione presente.
Molto tempo fa invece di osservare le cose così come sono, cercavo scuse, giustificazioni e mettevo in atto stratagemmi di ogni tipo per “avere ragione”, per non rovinare l’immagine che mi ero creato di me stesso. Sai quell’immagine che la gente si fa per sentirsi migliore rispetto a ieri o al giudizio degli altri? Poi, pian piano, grazie alle parole dei miei insegnanti, ho capito che per essere felici non c’è bisogno di avere ragione. Per amare neanche. E cosa ancora più sconcertante non c’è bisogno neanche di te stesso, di quell’immagine illusoria che ognuno fa di sé.
Ed ecco che ti siedi e ascolti.
Lavori e ascolti.
Mangi e ascolti.
Cammini e ascolti.
Senti della musica e ascolti.
E’ come quando smetti di agitare un recipiente di acqua e lasciando sedimentare la sabbia riesci a vedere il fondo, attraverso l’acqua.
Mentre rimettevo a posto il libro l’ho aperto a caso…
“Non commettete mai l’errore di immaginare che la natura della mente appartenga esclusivamente alla nostra mente.
Non si ripeterà mai abbastanza che realizzare la natura della mente equivale a realizzare la natura di tutte le cose.
Nel corso dei millenni, santi e mistici hanno definito le loro realizzazioni con nomi diversi, mettendo in luce lati diversi e differenti interpretazioni che si riducono tutte all’esperienza fondamentale della natura della mente. Cristani ed Ebrei la chiamano “Dio”; gli induisti “Sé”, “Shiva”, “Brahman” e “Vishnu”; i sufi “Essenza nascosta”; e i buddhisti “Natura di Buddha”.
Nel cuore di tutte le religioni c’è la certezza dell’esistenza di una verità fondamentale, e che questa vita rappresenta una sacra opportunità per evolversi e realizzarla.”
E’ un fatto che ogni volta che chiedo, “qualcuno” risponda. C’è un linguaggio nascosto tra le cose che accadono, decifrando il quale hai le indicazioni per riportare l’anima a casa sua.
Mi piacerebbe, riuscire a vedere quella sabbia sul fondo, ma ogni volta che ci provo invece di quel fondo vedo mille altre cose, confuse…… E’ così difficile conoscere e accettare se stessi????
Un proverbio dice che nemmeno un fiocco di neve cade in un posto a caso. Forse l’unico problema è che a volte ci vengono dati migliaia di segnali che non vediamo…non li vediamo finchè non siamo pronti a riceverli, finchè non decidiamo che è ora di aprire gli occhi, finchè non ascoltiamo quello che tutto il mondo circostante ci sta disperatamente strillando e noi non sentiamo. E’ difficile tenere la mente sgombra e gli occhi aperti, ma la strada per tornare a casa ci viene sempre indicata. E sempre al momento giusto. Anche se in QUEL momento ci risulta difficile crederlo.Sara
Sono messo difronte a me stesso. A tutte le scelte e le azioni compiute fin’ora e come esse causino la mia condizione presente.M.
Noi ci vediamo come vorremmo essere, non come siamo veramente.Se ci guardassimo con gli occhi di chi ci sta accanto forse impareremmo a vederci meglio.Adriana
Rispondo ad Alex:Fermarsi ed ascoltare.La difficoltà sta proprio nel fermarsi….Guardiamoci attorno; il mondo corre, muta ogni giorno, la gente è frenetica, non ha tempo…e la routine prende il sopravvento.Chiunque, oggi, riesca a dire a se stesso STOP, ha già fatto un grosso passo avanti, in qualche modo ha già aperto gli occhi. Ha preso consapevolezza di se.E’ nostra volontà personale poi, decidere se voler vedere o chiudere le porte e tornare nella massa. Ovvio che vedere non è la strada più facile, ma nessuno ci mette fretta, se non noi stessi.Jessy
Ciao Alex,Non è difficile, devi solo sapere COME fare.I primi passi consistono nel prendere coscienza proprio di quelle “mille altre cose confuse”. Bisogna solo osservarle, senza giudicarle o dar loro troppa importanza, e lasciarle scorrere. Come fossero nuvole che attraversano il cielo. Non importa se grandi, piccole, bianche o nere. Esse nascono, giocano e si dissolvono. La cosa più importante è quello che permette la loro esistenza, il cielo, lo spazio chiaro della nostra mente.
X Adriana.. sono pienamente d’accordo con te. Quello che vediamo è frutto delle nostre proiezioni, dei nostri desideri. Chi ci sta accanto invece, ci vede per quello che noi mostriamo, per quello che appare al mondo esterno… d’altra parte a cosa serve esser migliori dentro se fuori non si vede? Nel senso, se siamo buoni solo dentro e poi fuori combiniamo comunque tanti errori, a cosa serve saper noi stessi che dentro siamo migliori? Che siamo migliori di quello che appariamo deve esser tirato fuori per aiutare tutti quelli che ci sono attorno.. giusto? E così, concordo con te… se le persone che mi sono accanto non vedono quello che sento di essere, vuol dire che forse non lo sono poi così tanto e devo trovare il modo di tirare fuori meglio la straordinarietà che sennto di essere, che ognuno di noi è. E sicuramente, la voce di chi ci è accanto è una delle guide migliori… Io ho imparato a farlo da un po’ di tempo e… ho iniziato ad amarmi di più e a ricevere molto di più.. X Angelo.. vivo anche io l’idea che sia tutto intimamente connesso, dal sorriso fatto al panettiere la mattina, alla precedenza ricevuta all’incrocio… che tutto sia sempre l’effetto di qualche causa… E concordo sul fatto che le emozioni distruttive rendono difficile riconoscere che siamo proprio noi ad aver dato origine a ciò che ci capita. Aggiungo che nella vita, però, a volte hai solo bisogno di urlare perché sei stanco, perché ti guardi indietro e non vedi, non vedi cosa questa volta abbia originato il tuo dolore.E… sì, quello che siamo realmente è quello che saremmo al massimo delle nostre possibilità…. Ma…nella vita, nelle relazioni di qualunque genere esse siano, non conta quello che 2saremmo” ma quello che dimostriamo di essere all’altra parte… sapere che siamo tanto e poi non riuscire a tirarlo fuori nei rapporti col mondo a che serve? Lascio questa domanda aperta a tutti voi… insegnatemi ad avere una versione diversa..grazie.M.
Sono assolutamente d’accordo con te M.L’opinione degli altri serve. Messa affianco all’idea di chi siamo realmente ci pemrette di capire che il miglioramento è possibile ed in che direzione dobbiamo muoverci.
E’ facile avere voglia di urlare la stanchezza quando le relazioni e i rapporti col mondo non sono come vorremmo, quando non riusciamo ad aiutare gli altri, o quando non siamo riconosciuti per quello che siamo realmente… è facile.E purtroppo ho compreso sbattendo la faccia più volte, che spesso le cause di tali effetti le ho prodotte io.Ma se finalmente riuscissimo a lasciar scorrere le aspettative, le attese e non ci lasciassimo sopraffare dalle emozioni disturbatrici, potremmo sperimentare un altro modo di rispondere al mondo.Quando le impressioni negative ci dominano, quelle positive ci liberano, e per ogni azione positiva che facciamo otteniamo una reazione positiva, anche se abbiamo dato 100 e otteniamo 50, in questo modo il nostro comportamento diventerà uno spazio luminoso e le intuizioni continueranno sempre di più.Sperimentiamo tutti la gioia e l’amore, quando viviamo un’amicizia, quando ci innamoriamo, quando nascono bambini, o quando aiutiamo gli altri, se attingessimo a questi sentimenti anche nel quotidiano, nella vita con gli altri, nelle difficoltà, ci accorgeremmo di quanto possiamo diventare luminosi e “potenti” anche se molti in quell’istante non ci stanno comprendendo.Risvegliare noi stessi, avere una visione aperta e realizzare la bellezza della nostra mente, offre ad ognuno di noi la possibilità di contagiare e di risvegliare la vera natura di tutti gli esseri e scoprirne tutta la loro bellezza.Così ho scoperto…da poco.Mistral
M.Puoi fermarti un po’ se lo senti.Solo un momento.Ferma la tua vita solo un istante se vuoi e guardala.Guardati in uno specchio e riconosci la vera te stessa in quell’immagine,ritrova tutto lo straordinario che vedie ascolta…il tuo respiro, la tua voce interiore, il silenzio,allenta per un po’ le tue corde, vivi ogni piccolo momento con tutto il buono che c’è intorno a te, e godine appieno.Riporta l’anima a casa tua, ma lascia aperta la porta e poi così,serenamente,osserva le cose così come sono.con affettoMistral
A chi si pone domande sul giusto rapporto tra dare ed avere propongo una riflessione:se voi, con un titolo di studio più o meno elevato, vi trovaste a dover fare un lavoro con un bimbo di 1° elementare, cosa vi aspettereste? La stessa resa? Lo stesso dare ed avere? No. Sapreste perfettamente che malgrado l’impegno di entrambi sia del 100% i risultati sarebbero totalmente diversi e per nulla paragonabili. E questo non vi creerebbe il minimo problema.Ora, provate a portare la stessa comprensione nella vita, che altro non è che una continua, meravigliosa scuola, e domandatevi se non è esattamente la stessa cosa.Al di la dell’età anagrafica, del titolo di studio o del livello sociale, nella Scuola della Vita non siamo tutti nella stessa classe. Nella Vita vera, la Vita Una, ci troviamo in posizioni ben diverse… il sentiero è lungo, c’è chi è all’inizio, chi è a metà e chi è vicino alla meta.Chiunque, in qualunque momento e qualunque cosa faccia, da sempre il 100%, ma lo fa in base al suo livello di consapevolezza che può essere ben diverso rispetto al nostro. Ogni incontro, ogni attimo è una continua lezione, in alcune siamo allievi, in altre maestri.Se quello che ci torna non è ciò che ci aspettiamo, poniamoci piuttosto un’ulteriore domanda: quanto Vero Amore c’è nel nostro dare? Quanto è disinteressato e quanto invece diamo in attesa di un risultato che faccia la nostra felicità e non quella dell’altro? E allora forse la Vita, nel non darci ciò che desideriamo, ci stà dando in realtà qualcosa di molto, molto più grande: l’occasione di imparare veramente il significato della parola Amore. Nelle situazioni di conflitto riportiamo sempre e solo l’attenzione a noi stessi, solo così qualunque conflitto si trasformerà in un’opportunità…Anna
Anna,Quanta saggezza! 🙂
Posso chiedervi questo:ho letto i vostri interventi, li ho letti con molto interesse e con brama di conoscere le vostre opinioni sulla vita e su noi come esseri umani….ho avvertito una sensazione estremamente piacevole che mi ha alleggerito il cuore, è una specie di vibrazione che mi fa sentire unita! si chiama forse amore?x Alex: credo non si tratta di “trovare se stessi” ma di ritrovare il nostro vero se, ciò che siamo realmente sempre stati e che sempre saremo. volgi il tuo sguardo dentro di te senza paura e sii ricettivo, vedrai che presto le nuvole, come ben dice Angelo, si dissolveranno.x sara: non è difficile tenere la mente sgombra e gli occhi aperti, ma giustamente come dici tu, quando l’alievo è pronto, il maestro compare.. ti pare?x Jessy: non focalizzarti solo sulle aspettattive, credo che il punto sia essere migliori per se stessi, non per ricevere di ritorno, non credi? x Mistral: pienamente in accordo con la tua recente scoperta..x Angelo: sono sempre più felice di averti incontrato, grazie per i tuoi semini di saggezza.. Kate
Penso sia vero il concetto respice finem…tieni sempre in mente la tua meta. Non siamo perfetti, ma perfettibili. Possiamo fare un sacco di stupidaggini, di errori, di scivoloni, ma se li facciamo perchè stiamo imparando, allora non c’è problema. Certo che dobbiamo guardare cosa fanno gli altri, ci aiuta ad imparare, e visto che ci relazioniamo con loro, dobbiamo vedere.Ma non giudicare. Avere visto i propri errori è solo un primo passo. Poi ce ne saranno molti altri. L’importante è che portino verso la meta.Sara
Per Kate: penso che siamo un po’ tutte persone che si sono messe in gioco, chi per un motivo, chi per un altro, e hanno deciso di migliorare, di guardare dentro se stessi etanto altro che sarebbe impossibile scrivere. E’ sicuramente amore! Se raggiungiamo noi stessi, raggiungiamo anche gli altri, la nostra armonia crea altra armonia.E’ un circolo vizioso di empatia e positivita’…Sara