Un cane viene investito e rimane paralizzato. Benvenuto tra noi, Jean Pierre Robespierre!

Jaen Pierre appena trovato sul ciglio di una strada

Da Frosinone a Bergamo adesso è a casa nostra, ma andiamo per gradi.

Stefania Giannuzzi ha trovato un cane a Frosinone, sul ciglio di una strada, probabilmente appena investito.

Le urla me le sento addosso ancora adesso… mi hanno telefonato dicendomi di aver avvistato un cane allungato sul ciglio della strada, che non si muoveva… Arrivo sul posto, una strada senza illuminazione, buio totale e lui li allungato con gli occhi sgranati, mi avvicino e tenta di mordermi dopodiché inizia ad urlare e rotolare su se stesso…

Al telefono ci ha detto che di notte sognava ancora le sue urla di dolore.

Quando ha messo questo annuncio su Facebook mi sono offerto di pagare tutte le cure e siamo rimasti in contatto con lei giornalmente:

http://www.facebook.com/note.php?note_id=390800042360&id=1563035438&ref=mf

Appena ritrovato il cane, Stefania Giannuzzi ha chiamato il 118, che gli ha passato il veterinario dell’ASL, che ha mandato gli accalappiacani, che a loro volta l’hanno caricato su un furgone dopo aver sperimentato per cinque lunghi minuti che non mordesse se stuzzicato con il loro attrezzo da lavoro. E’ stato tolto dal furgone solo l’indomani mattina, per finire nel box di un canile.

Fortuna ha voluto che un volontario di canile ha svolto velocemente le pratiche perché Stefania potesse portarlo via e e farlo visitare.

Ora, il problema è che tra il ritrovamento (martedi sera 30 marzo) e la visita veterinaria (martedi 6 aprile, dopo il lunedi di Pasquetta) sono passati già sette giorni. Inoltre non gli sono state fatte le lastre ed è stato sconsigliato il ricovero presso una clinica specialistica. Comincia a belenare nella mia mente l’idea di adottarlo e portarlo io stesso in una clinica attrezzata a Roma. In vista anche del fatto che il we sarei stato proprio a Roma per un corso.

Partiamo giovedi. Arriveremo tardi e quindi già il giorno prima faccio qualche telefonata tra gli allievi del corso educatori di Roma per chiedere chi fosse disponibile a portarlo in clinica al “Gregorio VII” il giovedi mattina, in attesa del nostro arrivo nel tardo pomeriggio (meglio non aspettare oltre). Trovo la pronta collaborazione di Mirko Giorgilli che prende un giorno di permesso appositamente per Iaki (nel frattempo ribatezzato Jean Pierre Robespierre).

Mirko resta in clinica dalle 10:00 alle 19:30, orario in cui arriviamo noi direttamente da Bergamo. Jean Pierre è stremato ma sembra avere una forza d’animo molto particolare e mi colpisce per la sua espressione ed il modo in cui si approccia a noi, mangia l’ossetto e beve. Sembra avere un certa serenità nonostante tutto.

Jean Pierre in fisioterapia

Noi intanto parliamo con la neurologa: le lastre evidenziano una lussazione tra le vertebre T11-T12 ed un angolo di 120° della colonna nel punto interessato, rispetto ai normali 180 (colonna diritta di un cane sano). Questo compromette l’uso degli arti e della vescica. C’è poco da fare, se non un’operazione chirurgica per stabilizzare la colonna: In poche parole ci troviamo difronte a tre possibilità: eutanasia, operazione chirurigica, tenere il piccolo così com’è ed eventualmente procuragli un carrellino col quale potrebbe deambulare. La vescica andrà svuotata manualmente. Riusciamo a tornare presso il nostro alloggio solo alle 21:30.

L’indomani mattina (siamo a venerdi) mentre io tengo il corso a Roma, Stefania Caelli (la mia compagna) si fa oltre un’ora di strada dall’agriturismo in cui alloggiamo alla clinica per un incontro col chirurgo per capire se si può effettivamente operare così come avremmo deciso. Ma nulla da fare. Il parere è negativo: sono passati ormai 10 giorni e l’operazione rischierebbe solo di compromettere ulteriormente le cose. Il processo di calcificazione della colonna infatti è già in uno stadio avanzato e l’operazione prevederebbe di rompere nuovamente le vertebre, compromettendo ancor più gravemente la salute del piccolo. Ste rimane con Jean Pierre fino alla fine dell’orario delle visite.

Non sono convinto. Voglio il parere di un’altro esperto. Così, recuperate le lastre, l’indomani mattina ci rechiamo dal dott. Corlazoli, altro rinomato veterinario esperto in chirurgia e ortopedia. Anche da lui parere negativo per l’operazione. Ci prospetta però una vita non così triste per Jean Pierre, mostrandoci i cani in fisioterapia con problemi molto simili.

Cominciamo a capire che c’è poco da fare se non impiegare tutto quello che abbiamo imparato fino ad ora sui cani per aiutare Jean Pierre. Ogni giorno Ste (sempre la mia compagna) fa la spola tra la sede del corso e la clinica, fino a lunedi, in cui alle 13:30 lasciamo la clinica con Jean Pierre Robespierre. E’ in auto con noi e i nostri due super pazienti Lucky e Kira che accettano tutta la situazione di buon grado.

Tra uno svuotamento di vescica e qualche sosta riusciamo ad arrivare a Bergamo felici e stremati. Osservando Jean Pierre mentre gli svuotiamo la vescica (lui in piedi, sorretto da noi) mi accorgo che le zampe posteriori “tengono” per qualche secondo su autonomamente il bacino e che io devo solo preoccuparmi di tenerlo in equilibrio.

Jean Pierre - primi giorni a casa

L’indomani la relazione con Jean comincia ad approfondirsi grazie alla conoscienza reciproca e ad una comunicazione fatta di sguardi, gesti, sintonia in tipico stile ThinkDog: basato su un buon legame d’attaccamento il recupero è sempre più profondo e veloce.

Alle 16:00 appuntamento in Clinica Baioni a Bergamo, per una visita con nostra neurologa Alessandra Martina (che caso a voluto si trovasse anche lei nei giorni precedenti al Gregorio VII a Roma quindi sa già tutto) e la fisioterapista. Ci spiegano cosa comporta la riabilitazione e ci forniscono un miglior quadro di cosa possiamo aspettarci. Nella migliore delle ipotesi Jean potrebbe riuscire ad essere un “camminato

re spinale”, ovvero un cane che si regge sui posteriori in modo maldestro grazie a dei rilflessi incondozionati innescati dal midollo spinale che parte dalla vertebra T12, ma che non avrebbe nessun collegamento col cervello di Jean. Questo solo se siamo fortunati.

Mentre avviene la visita però mi accorgo che Jean emette segnali di calma e guarda in direzione degli arti proprio quando il veterinario effettua dei test di sensibilità. Lei dice che non sente nulla, eppure…

Ci prescrive quattro sedute giornaliere di mezz’ora di fisioterapia. Unite a delle uscite in cui Jean Pierre è sorretto da una pettorina e da una fascia. Sembra che in questo modo riusciamo ad aiutarlo a recuperare il più possibile l’uso delle zampe. Il carrellino lo stimolerebbe a non usarle, per cui è uno strumento di cui eventualmente ci serviremo in futuro.

I risultati emergeranno nei mesi. Le due veterinarie, gentilissime, sensibili e molto preparate ci aiutano ad avere un quadro chiaro di cosa possiamo aspettarci e cosa no.

Concludiamo la visita con una domanda: esistono casi simili a quello di Jean Pierre in cui il cane non solo è diventato camminatore spinale ma è riuscito a ripristinare i collegamenti nervosi lungo tutto il tratto midollare? E’ possibile, ma non ne sono a conoscenza e su mia insistenza suggeriscono il portale di pubblicazioni medico scientifiche PubMed.

Stamattina abbiamo quindi cominciato la fisioterapia dopo una bella passeggiata nei bellissimi luoghi collinari che circondano casa nostra. Io, Ste, Lucky, Kira e Jean Pierre Robespierre.

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17 commenti su “Un cane viene investito e rimane paralizzato. Benvenuto tra noi, Jean Pierre Robespierre!”

  1. ..E allora….benvenuto Jean Pierre Robespierre nella vostra famiglia!Sono sicura che con le vostre capacità e la sua forza e comunicazione avverranno grandi cambiamenti!!ciaociao!

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  2. La piscina per la riabilitazione è quasi pronta…. Jean Pierre Robespierre sarà sempre il benvenuto 🙂
    Sono certo che la natura e ThinkDog ci stupiranno anche questa volta!!!
    Grandissimi ragazzi!!

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  3. Ciao Angelo, sono Laura da Treviso e frequento con Carlotta il centro Canipercaso di Luca e Veruska. Carlotta è un cane estremamente speciale non tanto perchè ha 14 anni, è una splendida bassotta ma perchè lei ed il suo bel carrello fanno splendidi lavori con il clicker e con i giochi di fiuto.. E’ uno spasso e un divertimento unico vederla lavorare. A me fa ridere tantissimo. Carlotta è stata operata, ma nè l’operazione nè la fiosioterapia sono riusciti a rimetterla in piedi e nemmeno lei è autonoma con pipì e feci. Io l’ho adottata che era già paraplegica ma ti assicuro che non c’è stato un attimo in cui mi sia pentita di averla presa con me. Carlotta mi ha insegnato tanto, che forza di volontà e ottimismo devono essere armi di risposta, che la voglia di vivere non muore mai. Io l’adoro e vado ovunque in vacanza, in montagna ed anche in spiaggia con lei.. e a chi si rivolge alla mia piccola dicendo “poverina…” si becca una ringhiata. Pensa che carlotta partecipa anche alle classi di socializzazione di luca!! Mi auguro di tutto cuore che Jean riprenda a camminare anche se dovesse essere solo un movimento spinale, ma se, nella peggiore delle ipotesi dovesse mettere un carrellino.. bhè carlotta docet.. lei è chiamata la schumacher del triveneto…
    Un caro abbraccio a voi ed un bacio al piccolo Jean Pierre Robespierre!!!

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  4. Bravissimi! credo che l’importante sia che non abbia male, e che l’umore e la motivazione siano buoni, anche se dovesse usare il carrellino potrete fare tanto! Io ho avuto due esperienze positive con la pranoterapia, qui a torino c’è Giuseppe Trappo che mi sembra un “potente mago”….. ma credo che TD farà miracoli anche stavolta….. ciao

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  5. Grandi, per fortuna che c’è ancora gente come voi che cerca sempre di trovare una soluzione alternativa all’eutanasia per cani che subiscono questo genere di traumi. Penso che con voi e con la forza che ha ci saranno progressi anche inaspettati. Secondo me la cosa migliore è quello che già state facendo cioè non mettergli subito il carrellino, ma farlo sforzare, con il vostro aiuto, a camminare.

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  6. Sono con Voi in spirito, grazie per l’amore che portate ed il coraggio che dimostrate nel preservarlo nonostante tutti i vostri sacrifici. Un grazie particolare a Jean Pierre che in questo momento sta catalizzando i nostri migliori sentimenti portandoli ala luce e ricordando a tutti che amare è possibile ed è l’unica verità per cui vale la pena darsi interamente.
    Grazie Jean Pierre, Grazie Stefania, Grazie Angelo

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  7. Ciao!
    Come sta Jean-Pierre Robespierre?
    Finalmente qualcuno che non pensa all’eutanasia come unica soluzione a certi problemi negli animali.
    Grazie.

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  8. ciao! che bravi con jean pierre!!!! complimenti! volevo segnalarvi una persona che ho conosciuto e che mi ha aiutata molto, si chiama giuseppe trappo, lavora a torino, il suo tel è 011752666, è un pranoterapeuta e ha fatto ricamminare una cagnolona che era del tutto paralizzata ai posteriori…. è una persona con molta forza. ciao, lunella.

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  9. Notizie di Jean Pierre Robespierre?
    Ho letto gli interventi di Lunella. E’ possibile sapere di più sulla tua esperienza con Giuseppe Trappo? Ciao e grazie. Matilde

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  10. Trappo è un’esperienza da fare anche a livello umano, direi!
    Poi io penserei a ginnastica passiva e ttouch…ho visto risultati ottimi su cani “clinicamente” paralizzati e che invece zampettavano, anche se con la parte posteriore del tutto rigida. Credo che anche un tam-tam con veterinari esteri possa servire, ci sono persone che hanno trovato cure in Olanda per esempio, mentre qui il cane era dato per spacciato.
    Anche qualche medico biomeccanico con un minimo di interesse per gli animali -ce ne sono più di quanti non si creda- può aiutare per magari dare dei mezzi che consentano maggiore mobilità, tipo il carrellino con snodo che consente al cane di girarsi e buttarsi a pancia in su o simili.

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  11. Sono molto felice dei miglioramenti di Jean Pierre Robespierre! Anch’io ho un cane di nome Duplo adottato circa un anno fa al canile comunale di Parma affetto da una grave patologia a carico del midollo spinale a seguito di un incidente stradale all ‘età di sette mesi.Manca di sensibilità profonda e anche a lui va spremuta manualmente la vescica. La prognosi era infausta l unica soluzione sembrava l’ eutanasia. Adesso duplo ha due anni è un amico meraviglioso è un incrocio Labrador e col suo carrellino va dappertutto. E’ stato ricoverato per un certo periodo al centro fisioterapico della dottoressa Ludovica Dragone di Reggio Emilia dove faceva soprattutto piscina in una speciale vasca e ginnastica a terra. L’ obbiettivo era quello della cosiddetta “camminata spinale” ma per un cane di circa 30 chili le possibilità erano davvero scarse. Frequentiamo tutt’ora il centro due volte a settimana come forma di mantenimento. Siamo iscritti ad una scuola per educatori cinofili e vi assicuro che Duplo sta facendo un figurone! Se avete consigli utili da suggerirmi, visto che è una materia sconosciuta ai più, ve ne sarei grata e sopratutto Duplo! Un bacio a Jean Pierre.

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