Alcuni cinofili vivono performance e relazione in senso dualistico: laddove c’è l’una vi è l’assenza dell’altra. È corretto?
È un grande errore guardare alla performance (intesa nel suo senso corrente letterario: prestazione, esecuzione di un compito) come qualcosa che avviene in assenza di relazione. O alla relazione, come a qualcosa che può sussistere solo in assenza di performance.
Quando nei primi anni 2000, insieme ad un ristrettissimo gruppo di colleghi, ponevamo le basi dell’approccio Cognitivo-Zooantropologico, conducevamo una battaglia contro le performance, ma non senso assoluto: solo se utilizzate come metro di misura della bontà di una relazione.
Ciò che oggi sfugge a molti neo-educatori cinofili è che le performance, non sono qualcosa di negativo in sé. Lo possono diventare, certo. Ma solo se:
- la performance è utilizzata come strumento di misura assoluto della qualità della relazione col cane
- la performance smette di essere il mezzo (qualcosa con cui divertirsi e crescere insieme) e diventa lo scopo
“Hai una bel rapporto con tua nonna? Dai, fammi vedere cosa sa fare!”
Metti il caso di parlare ad un amico di quanto tieni a tua nonna e al “bellissimo” rapporto che hai con lei. Cosa faresti se, qualora gliela presentassi, ti dicesse: “Dai, fammi vedere cosa sa fare!”?
Ecco, le stesse considerazioni vanno fatte se presentassi a qualcuno il tuo cane.
Se penso di capire quanto buona sia la relazione fra un cane e il suo compagno umano in base a quanto il cane risponda ai “comandi” rapidamente e impeccabilmente, ho sbagliato strada. Qui ci troviamo difronte a un utilizzo errato della performance. La performance non indica la bontà di una relazione. Puoi avere un cane bravissimo in gara ed avere con lui una relazione pessima dal punto di vista affettivo, ludico, sociale, comunicativo. Si possono ottenere delle performance basando l’addestramento sulla paura, invece che sul piacere di “vincere” insieme. Conosco molte persone che hanno una splendida relazione col loro cane e non sarebbero in grado di fargli fare nemmeno il seduto. Così come onosco diversi binomi perfetti durante le gare di obedience e agility, avere una pessima relazione col loro cane. Ritengo quindi profondamente sbagliato giudicare male un cane e il suo compagno umano solo perché non “performano”.
Attenzione però! È altrettanto sbagliato giudicare male cane e compagno umano perché si allenano, “performano” e fanno sport. Preparazione di performance e sport sono mezzi pedagogici potentissimi. Il trucco? Non limitarsi allo sport e vivere appieno ogni dimensione della relazione (nutrimento, esplorazione, affetto, protezione, autonomia, spiritualità ecc.).
“Non vinci in gara? Ti sostituisco!”
Perdonate l’immagine forte. Tra poco ne capire il motivo.
Usanza detestabile da parte di molti pseudo-cinofili è sostituire il cane che in gara non vince con un altro cane, invece di farsi delle domande. In passato accadeva così spesso per gli appassionati di sport cinofili che Ivano Vitalini, amico e collega, amava rispondere allo pseudo-cinofilo di turno: “dopo la doccia si cambiano le mutande, non i cani”. In questo caso l’errore è evidente: il cane diventa uno strumento per appagare il proprio ego. La regola è: la performance deve servire la relazione, non la relazione servire la performance. O, anche: lo sport deve servire il cane, non il cane lo sport.
A causa di questo errato modo di vedere, i cani diventano delle cose da utilizzare. L’agonista-egoista può semolicemente adottare un nuovo cane regalando a qualcuno il precedente. Il barbaro può arrivare a uccidere e torturare, come accade in Gran Bretagna, Irlanda e Spagna, dove i levrieri che non servono più perché malati, non competitivi o anziani vengono abbattuti per impiccagione, abbandonati senza acqua ne cibo in campagna o donati a centri per la vivisezione. Ne approfitto per indicarvi un’associazione che combatte egregiamente questo fenomeno, si tratta dell’associazione Pet Levrieri: http://www.petlevrieri.it/.
Performance in natura e valore pedagogico dello sport
Chiariti i primi due punti e il motivo per cui bisogna guardare alle performance con molta attenzione, passo a chiarire che la performance in sé non è affatto un problema e anzi, può diventare una preziosa risorsa nella relazione col cane.
La caccia è una performance. Giocare è una performance. Lotta, inseguimenti, difesa del territorio, esplorazione di nuovi ambienti sono performance. Nello sport, c’è performance. E laddove la performance è realizzata non sulla base di costrizioni e paura, ma positivamente, possiamo assistere a:
- i più complessi e articolati gradi di cooperazione che si possano realizzare, col vantaggio di esperire la relazione in profondità
- profonda fiducia, sincronia, empatia e grande affinità comunicativa
“Più grande è la sfida, più glorioso è il trionfo” per citare Mendez ne “Il Circo della Farfalla“. Ho assistito nella mia carriera a vere e proprie metamorfosi da parte di cani timidi e insicuri, per mezzo dell’allenamento performance, sportive (salto di ostacoli, tunnel, riporto ecc.) e non (giochi di problem solving, Human Body Gym® ecc.). Lo sport, l’esecuzione e la preparazione delle performance, realizzati sulla base di training positivo, giocano un ruolo pedagogico di grande rilievo. Contribuiscono allo sviluppo di intelligenza emotiva e sociale, formano tratti e personalità.
Chi pensa che la passeggiata, l’alimentazione, le coccole, la fiducia e il rispetto, bastino a se stesse, è indubbio che possa avere una buona relazione col suo cane, ma certamente sta rinunciando a vivere quella relazione nella sua piena dimensionalità.
Grande articolo!!!Come sempre e’ bello leggerti!!! 🙂
Bellissimo articolo, complimenti! Condiviso pienamente anche perché sto vivendo questo tema in prima persona: da circa un mese ho una levrierina che, nonostante la giovane età, dimostra un bel caratterino tosto. Già adesso mi viene posta la classica domanda: “la vuoi far correre?” Io non so cosa rispondere perchè la vedo un po’ come se avessi un bambino: non voglio essere come quei genitori che vogliono a tutti i costi che il bambino giochi a calcio o faccia nuoto! fare sport fa bene ancora meglio se è uno sport che sviluppa diverse capacità (fisiche, emotive, intellettive, coordinazione..) e che migliora la nostra intesa ma la cosa importante è che “piaccia a lei” poco importa se è Agility, Disc Dog, Giochi di fiuto, ricerche o qualsiasi attività che proveremo insieme…lei deve essere al centro dell’attività e è lei che deve trarre il maggior beneficio, è lei che mi darà il feedback di quanto sia positiva quell’esperienza…il vero risultato è proprio quello! Spero tanto di trovare questo tipo di attività…naturalmente si accettano suggerimenti 🙂
come mai tutte foto di discdog?