I cani non fanno dispetti. Dietro ogni loro comportamento, anche il più problematico, si cela sempre il tentativo di soddisfare uno dei bisogni fondamentali
I bisogni non soddisfatti sono generatori di problemi: di salute, di comportamento.
Quando per la prima volta incontrai gli studi dello psicologo Abraham Maslow sui bisogni fondamentali umani mi fu immediatamente chiaro che la stessa classificazione, con qualche modifica, avrei potuto utilizzarla per il cane.
Non mi spiegavo perché nessuno lo avesse mai fatto prima, in cinofilia. Eppure i suoi studi furono pubblicati già negli anni ’60 e la sua “piramide dei bisogni” è talmente chiara e utile da essere riportata su tutti i libri di psicologia generale.
Abraham Maslow, non aveva scoperto che gli umani hanno dei bisogni. Questo lo si sapeva già, naturalmente. L’utilità del suo lavoro risiede nel fatto di averne dato una forma, averli indagati, classificati e in questo modo averci permesso di prenderne maggiormente coscienza. Possiamo così spiegarci perché per un genitore il telefonino non sia necessario per il figlio dodicenne, ma per suo figlio sì: per lui non è solo un telefonino, è un mezzo per soddisfare i bisogni sociali, facendolo sentire adeguato e accettato dai coetanei.
Una guida per un approccio consapevole al cane
Esattamente come è stato per il campo umano, tutti noi amanti dei cani sappiamo che il cane ha dei bisogni. Ma cosa succede quando possiamo analizzarli alla luce di un modello che ci aiuti a maneggiarli, capirli, soddisfarli? Succede che il cane diventa più felice, sano sia psichicamente che fisicamente. E questa è la base da cui partire, prima di intraprendere qualunque percorso di rieducazione o addestramento.
La mia idea di introdurre in cinofilia maggiore consapevolezza sui bisogni del cane, derivava dal fatto che nonostante se ne parlasse – “ah sì, il cane ha i suoi bisogni” – nessuno chiariva quali fossero questi bisogni e come ci si potesse lavorare su. Se vogliamo spiegarci il suo comportamento infatti, possiamo indagarlo a fondo studiandone i bisogni. Marc Bekoff, in questa intervista, mi disse che secondo lui un buon training dovrebbe cominciare soddisfacendo i bisogni del cane. È chiaro! Perché i bisogni frustrati sono generatori di problemi: di salute e di comportamento.
Ho presentato in pubblico un mio personale adattamento della “Piramide di Maslow” al cane, per la prima volta nel 2004, durante il Corso Istruttori presso la Scuola Cognitivo-Zooantropologica di Pet Training. Ne ho parlato nel mio libro ed è dal 2006 materia di studio nella mia Scuola. È un argomento importantissimo e non può essere trascurato nella formazione degli educatori cinofili.
Da “Dritto al Cuore del Tuo Cane”
Nel mio libro, per rendere il testo maggiormente comprensibile ai lettori, ho ridotto le sei categorie a quattro: bisogni fisiologici, di sicurezza, sociali ed evolutivi.
Bisogni fisiologici
Sono i bisogni strettamente legati alla sopravvivenza. Riguardano il mangiare, dormire, bere, respirare, essere liberi dallo stress e dalle malattie e fare esercizio fisico. Ecco alcuni suggerimenti per agire su questa categoria di bisogni:
Alimentazione
Anche il cane è ciò che mangia; il cibo condiziona la biochimica del cane, le sostanze che entrano in circolo e i livelli di energia, la sua salute, le risposte emotive, il recupero dallo stress ecc. Personalmente prediligo l’alimentazione naturale alla industriale (crocchette e cibo in scatola); lascia sempre acqua pulita e a disposizione.
Movimento
Esercizio fisico; i cani non dovrebbero rimanere chiusi in casa a far nulla tutto il giorno. Hanno necessità di passeggiare e giocare.
Libertà dallo Stress
Gli ormoni dello stress causano deficit cognitivi, problemi comportamentali e di salute; non soddisfare gli altri bisogni del cane genera stress.
Pulizia
Il cane ha bisogno di vivere in un ambiente pulito; è un aspetto difficile da tenere sotto controllo nei canili e negli allevamenti, ma essenziale.
Bisogni di sicurezza
Riguardano il sentirsi al sicuro e anche il legame sociale d’attaccamento (alla mamma, al compagno umano). La mancanza di sicurezza genera emozioni di vigilanza per tempi prolungati e il cane non si riposa mai profondamente. Il tentativo di sentirsi più al sicuro provoca nel cane aggressività, fughe o prossimità (ricerca di contatto fisico con una figura di riferimento). Quando un cane non si sente al sicuro, si può intervenire su:
1. Gli elementi che provocano insicurezza (rimuovendoli)
Questi possono essere per esempio il comportamento incoerente o l’incapacità di comunicare del proprietario, violenza e metodi di addestramento coercitivi, come anche la convivenza forzata (con altri animali o bambini), o i temporali, gli spari ecc.
2. L’interpretazione delle cose (rieducazione cognitiva):
L’intervento mira a far reinterpretare e dare nuovi significati all’oggetto che crea paura, ansia o timore. Per esempio si contestualizza lo “stimolo” in un’attività piacevole: tengo una buona distanza tra il cane e ciò che gli provoca paura e nel frattempo svolgo qualcosa che a lui piace; l’oggetto apparirà sempre meno minaccioso e le nuove emozioni positive creeranno nuove rappresentazioni e motivazioni.
3. Autoefficacia
Esercizi che aiutano il cane a sentirsi più capace, per esempio i giochi di problem solving, il clicker training o qualsiasi attività il cui obiettivo finale può essere scomposto in piccoli step, cosicché il cane, affrontadoli e superandoli uno alla volta si convince passo dopo passo di essere capace.
Bisogni sociali
Il cane è un animale sociale e come tale avverte un forte bisogno di sentirsi parte di un gruppo (appartenenza). Dall’esigenza di stare insieme si manifestano il bisogno di interagire, comunicare bene, di sentirsi importanti per gli altri, la motivazione a prendersene cura e via dicendo. Ecco su cosa possiamo agire per soddisfare questi bisogni:
Fattore tempo
Per sentirsi parte del gruppo, il cane deve stare insieme a noi condividendo tempo e spazi; i cani dovrebbero avere la possibilità di stare in casa con noi anche se si ha a disposizione un giardino.
Interazione di qualità
Non basta un tetto sulla testa e dar loro da mangiare: il cane ama fare attività con noi; è necessario vivere il cane!
Comunicazione
Capire cosa vuole dirci il cane e sapere come a nostra volta inviargli messaggi è indispensabile; un insieme di individui che convivono e non si capiscono sono destinati a rapporti inutili o conflittuali.
Regole
Se non ci sono aumenta lo stress, perché ogni evento rischia di essere rimesso in discussione; le regole si insegnano con gentilezza, decisione e coerenza.
Separazioni
In natura i cani non si separerebbero mai; per i cani non è naturale stare da soli e quindi non bisogna mai adottare un cane con l’idea di tenerlo alla catena o in un serraglio ad aspettare la stagione della caccia o da solo nella cuccia in giardino. Se dobbiamo lasciarlo solo a casa, saranno necessari tempo e pazienza per insegnarglielo.
Campo emotivo
Il campo emotivo è l’insieme di emozioni che prova l’intero gruppo; trasmettendosi come virus le emozioni passano da un membro all’altro e incidono sul benessere di tutti i soggetti coinvolti. La nostra responsabilità è quella di gestire bene le nostre emozioni, per noi stessi e soprattutto per loro.
I cani assorbono le emozioni degli umani come fossero spugne.
Accreditamento
È il bisogno di sentirsi importante per gli altri, di essere riconosciuto, apprezzato in quanto individuo; ogni volta che scambiamo affetto, soddisfiamo questo bisogno, ma anche quando gli diciamo “bravo!” per quello che ha fatto o gli riconosciamo un ruolo e cooperiamo con lui, come nella pet therapy, soccorso, sport o durante i giochi.
Gioco
È semplicemente l’attività perfetta per soddisfare i bisogni sociali e anche quelli evolutivi.
Le capacità individuali non sono solo potenzialità, sono anche bisogni da soddisfare.
– Abraham Maslow
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Bisogni evolutivi
Servono all’individuo per realizzare le sue capacità potenziali e alla specie per beneficiare dei soggetti “migliori”, quelli che più sanno adattarsi alle sfide rappresentate dall’ambiente e dalle condizioni in cui vivono. Per agevolarne la comprensione li ho suddivisi in due categorie: varietà e realizzazione.
Varietà
Una volta che l’individuo si è sfamato, si sente al sicuro, importante e ben inserito nel gruppo, emergono i bisogni di varietà. Se ogni giorno è scandito da pochi eventi sempre uguali, l’organismo non ha la possibilità di sperimentare nuove vie e quindi di evolvere. I bisogni di varietà non vengono soddisfatti in quei cani che sono molto amati e ben nutriti ma che si annoiano troppo. Prima che il cane si adatti a una vita così monotona, la sua motivazione a fare attività diverse può spingerlo a distruggere la casa (non tutti i comportamenti di distruzione di oggetti sono ascrivibili all’ansia da separazione) o il giardino.
Realizzazione
Il cane tende in essi a realizzare il suo potenziale. L’apprendimento è uno dei fattori rilevanti ed essenziali da questo punto di vista e quindi risulta evidente che imparare cose nuove, evolvere, non sia solo una facoltà del cane, ma anche un bisogno. Sono bisogni legati alle attitudini, di razza e individuali. Quindi fai vivere al tuo amico una grande varietà di esperienze. Quando questi bisogni non vengono canalizzati verso attività adeguate, il cane si annoia e cerca di soddisfarli a modo suo, esattamente come accadeva a Rebecca inseguendo i gatti. Altri esempi possono essere i soggetti iperattivi (saltano, abbaiano, non stanno mai fermi).
Per soddisfare i bisogni di realizzazione il cane dovrà vivere molte esperienze e avere la possibilità di svolgere attività in linea con le sue vocazioni, ma è sempre una buona idea fare giochi sempre più complessi e vari e svolgere attività che utilizzino l’olfatto.
Quindi ricapitolando, le due parole chiave per la categoria dei bisogni evolutivi sono: varietà (molteplici esperienze) e realizzazione (delle capacità e dell’intelligenza potenziale).
